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Cultura

La Basilica della Pietrasanta e la leggenda del diavolo-maiale

Si racconta che al Vescovo di Napoli Pomponio apparve in sogno la Madonna. La Vergine Maria gli chiese di costruire un santuario a lei dedicato per contrastare la presenza del diavolo che, sottoforma di maiale, compariva di notte spaventando i residenti del centro storico

La Chiesa di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta è la più antica costruzione sacra napoletana dedicata alla Madonna. Situata nel centro storico della città partenopea, a due passi da San Domenico Maggiore e da Via dei Tribunali, fu costruita nel 553 d.c. per volontà del Vescovo di Napoli Pomponio. In questo luogo un tempo sorgeva il tempio sacro dedicato al culto di Diana, riservato esclusivamente alle donne, che invocavano la dea romana per ottenere parti non dolorosi. La divinità era la protettrice delle donne, degli animali selvatici, della caccia e custode della verginità. Gli uomini poco tolleravano il suo culto poiché molte donne, pur di evitare matrimoni infelici, preferivano votarsi alla Dea e offrire la loro castità. Le ragazze divenute sacerdotesse furono poi appellate in maniera dispregiativa col nome Dianare o Janare (sacerdotesse di Diana). In epoca Paleocristiana, tutte le donne che ricorrevano all’antico culto della dea furono accusate di stregoneria, bollate come serve del Demonio e bandite dalla città. Forse da qui nasce la leggenda del Diavolo-maiale legata alla nascita della Basilica della Pietrasanta. Secondo questa leggenda il Vescovo Pomponio decise di far edificare la chiesa dopo che la Vergine Maria gli apparve in sogno chiedendogli di realizzare un santuario a lei dedicato. La Madonna gli spiegò che la Basilica avrebbe contrastato la presenza del diavolo che, sottoforma di maiale, compariva tutte le notti nella zona compresa tra Piazza Miraglia e il centro antico, spaventando con il suo grugnito infernale i residenti e cercando di insinuarsi nelle vite dei fedeli. Secondo gli abitanti del luogo, questa presenza malvagia era legata ai vecchi resti del tempio di Diana, dove alcune donne (considerate streghe) dedite a rituali pagani, avevano alimentato il desiderio di vendetta della dea, consegnando alla città l'orribile maiale. Con l’edificazione della Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, questo animale spaventoso scomparve per sempre lasciando in pace i residenti del luogo.

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Questa storia spiegherebbe anche la presenza di iscrizioni e simboli misteriosi (fra cui la tavola del gioco romano «ludus latrunculorum» antica dama) presenti sul Campanile della Basilica. Risalente all’epoca romana, il Campanile è una delle più antiche torri campanarie d’Italia. La sua caratteristica è l’arco che oggi appare più basso a causa del livello dell’asfalto che si è alzato nel corso dei secoli e da cui sono nate molte leggende. Proprio sul Campanile si possono notare alcune piccole sculture in marmo, rinvenute durante gli scavi sul tempio di Diana, che rappresentano teste di suino. Queste sculture fanno palese riferimento alla leggenda del diavolo-maiale e alla Festa della Porcella (o gioco). La festa si svolgeva ogni anno nel mese di maggio per ricordare l’intervento prodigioso della Madonna che esorcizzò il male, scacciandolo per sempre. L’usanza voleva che l’abate di Santa Maria Maggiore sgozzasse nel Duomo di Napoli, una grossa scrofa offerta dai fedeli (simbolo del male) e destinare il suo prodotto, la porchetta, all’Arcivescovo della città. In questo modo si sarebbe consumato il rituale esorcizzante del bene sul male. Questa festa continuò fino al 1625, anno in cui fu deciso di abolirla perché ritenuta indecorosa e pagana. Per quanto riguarda, invece, il nome della Basilica (“della Pietrasanta”), secondo alcuni deriverebbe da una porzione di roccia su cui era stata scolpita l’immagine della Madonna, ritrovata dal Vescovo Pomponio sul luogo dove stava per sorgere il santuario a lei dedicato. Secondo altri farebbe riferimento a una pietra, forse in marmo, su cui era incisa una croce e custodita nella chiesa: pare che chiunque la baciasse, avrebbe ottenuto l’indulgenza da tutti i peccati. Questa pietra, però, non è mai stata ritrovata. C’è chi sostiene sia custodita nella chiesa a protezione di Napoli e che nei sotterranei della basilica, siano celati segni e iscrizioni legati al mito dei Cavalieri Templari seguaci del culto della Madonna Nera (trasposizione della dea egizia Iside). Quale tra queste ipotesi sia vera non c’è dato sapere, l’unica cosa certa è che la Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta è la prima costruzione sacra dedicata alla Vergine Maria e su cui convergono epoche storiche diverse: qui antico e moderno si fondono.

Per chi volesse ammirare l’arte barocca e l’ingegno di Cosimo Fanzago, gli scavi archeologici dell'Antica Acropoli interni alla chiesa, la bellissima Cappella Pontano e del SS. Salvatore, e il leggendario Campanile, non può perdersi un viaggio mozzafiato all’interno di questa antica Basilica. Inoltre fino al 27 maggio 2018 si potrà visitare il “Museo della Follia: da Goya a Bacon” allestito al suo interno. La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, propone un percorso di oltre 200 opere, tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali, sul tema della follia.

Curiosità: A pochi passi dalla Basilica della Pietrasanta c’è il chiosco di una edicola con la frase: “A vit’è nu’ muorz, viratenn bene!” (La vita è un morso, goditela!)

INDIRRIZZO: Via dei Tribunali, 377

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