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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

I Bastardi di Pizzofalcone e l'omosessualità in prima serata: critiche dall'Avvenire

"Scelte narrative di questo tipo – spiega Padula – ingabbiano l’omosessualità in una sorta di “sottogenere obbligato” che invece di “normalizzare” la questione finisce per stereotiparla ulteriormente", spiega nell'articolo il presidente nazionale dell’Aiart

Prosegue il successo in tv della fiction di RaiUno, "I Bastardi di Pizzofalcone", con ascolti in costante crescita. In attesa dell'ultima puntata in programma lunedì prossimo, il quotidiano di ispirazione cattolica, "Avvenire", ha criticato l'utilizzo di tematiche omosessuali in prima serata, presente nella serie tv.

Ecco alcuni passaggi dell'articolo di Andrea Fagioli, "Prima serata di Rai1. La deriva ideologica di Pizzofalcone": "Nel primo episodio c’erano state delle “avvisaglie”. Ma l’attrazione per persone del suo stesso sesso da parte dell’agente di polizia Alessandra («Alex») Di Nardo, nella serie di Rai 1 I bastardi di Pizzofalcone, era ormai annunciata. Che poi avesse uno sviluppo era prevedibile, un po’ meno la traduzione così esplicita in alcune scene delle puntate successive. «È ormai evidente che da un po’ di tempo a questa parte anche nelle fiction Rai il racconto è sempre condito da storie di personaggi omosessuali – sottolinea Massimiliano Padula, presidente nazionale dell’Aiart, l’Associazione dei telespettatori –. Dopo Un posto al sole, Un medico in famiglia, È arrivata la felicità, succede anche in questa serie in onda in prima serata sulla prima rete del Servizio pubblico. Scelte narrative di questo tipo – spiega Padula – ingabbiano l’omosessualità in una sorta di “sottogenere obbligato” che invece di “normalizzare” la questione finisce per stereotiparla ulteriormente. Non a caso il personaggio dell’agente Di Nardo rimarca la figura di una donna significativamente maschilizzata sia nella professione che nella vita personale. Inoltre, nella serie diretta da Carlo Carlei c’è l’aggravante dell’ostentazione della sessualità in fascia protetta. E poco importa che si tratti di un rapporto lesbico o eterosessuale (che peraltro non manca). Quello che è discutibile – conclude il presidente dell’Aiart – è che la Rai viola le regole anzitutto del buon senso mancando di rispetto ai minori e a tutti coloro che credono ancora al prime time come quel tempo della visione da vivere in famiglia».

bastardi pizzofalc-2Foto Ansa

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