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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Teatro Mercadante, in scena "I giganti della montagna" di Pirandello

Ottima prova di Mauro Mandolini nel personaggio di Cromo e buon livello da parte di tutta la Compagnia, con scene e costumi veramente pregevoli

I giganti della Montagna è l’ultimo testo di Pirandello. Lo si può considerare incompiuto, infatti il figlio Stefano scrisse un quarto movimento basandosi, a suo dire, del racconto fattogli dal Padre appena due giorni prima della morte. Scritto nel 1933, si basa su una delle Novelle per un anno ed è stato rappresentato dalla più importanti Compagnie teatrali.

Questa edizione si conclude, saggiamente, sul testo autentico di Luigi Pirandello che risulta possente, immaginifico, sempre attuale e quindi universale, come accade solo per i grandi compositori di teatro. Cotrone, personaggio interpretato da Lavia, è una specie di uomo faro, regista, di una compagnia di persone/personaggi che si sono barricati in una specie di casa comune, diroccata e in rovina, rifiutando di farsi inglobare dalla vita che si svolge all’esterno, anzi facendo in modo da non esserne lambita. In questo enclave da ex teatro arriva quello che resta di una compagnia teatrale che cerca disperatamente uno spazio per una rappresentazione. Devono mettere in scena un testo di un poeta che si è tolto la vita per essere stato rifiutato da Ilse, La Contessa, la prima donna, che pure lo amava e che per una sorta di onestà borghese non ha voluto tradire il marito, Il Conte, che ha depauperato tutte le sue ricchezze per consentire alla Compagnia di fare teatro. Il testo è una parabola sul teatro, gli attori e gli spettatori. Il teatro perché con la sua poesia diventa sempre più emarginato, irrappresentabile e privato anche dei suoi spazi naturali. Gli attori che consapevoli dell’irrappresentabilità diventano marionette senza più anima. Il pubblico, i giganti, che sono tutto intorno al mondo del teatro, incombono su di esso ma non vi partecipano, anzi lasciano alla fame tutti coloro che di teatro vivono. Fame intesa non solo come miseria economica, perché alla fame vengono ridotte la poesia e la fantasia. Ma I giganti della montagna contiene tante altre intuizioni che diventano affermazioni di singolare ed altissima qualità. Il personaggio della Contessa, di un’attualità da chiaroveggenza, è una donna vera che non tollera l’amore “a sproposito” del marito che pure le è devoto e le ha dedicato l’esistenza fino ad annientarsi. Ilse, la Contessa è anche mamma, amante, assassina di fatto. Sorprende la capacità di Pirandello di costruire un personaggio femminile che pensa veramente al femminile e che sembra scritto appunto da una donna. Gabriele Lavia è un accorto uomo di teatro e recepisce tutto quello che Pirandello vuole che sia rappresentato. Lo spettacolo conserva abbastanza il suo pathos nonostante la lunghezza, tranne lievemente nella seconda parte laddove, nel tentativo di movimentare la scena, si indulge troppo sui burattini a discapito del testo.

La prova di attore di Lavia è sicuramente di professionalità e rilievo, eppure si è sentita una leggerissima freddezza nel pubblico. Forse perché Lavia ha disegnato il personaggio di Cotrone in maniera da farlo sentire a tutti come distante e rivolto dentro se stesso. Ottima prova di Mauro Mandolini nel personaggio di Cromo e buon livello da parte di tutta la Compagnia, con scene e costumi veramente pregevoli. Comunque, bella serata di teatro, magari pensando che poteva essere ancora più da ricordare.

(Domenico Salerno)

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