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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura Pendino / Via San Biagio dei Librai

Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, una storia legata all’antica Arte della seta

In via San Biagio dei Librai, è costruita sopra un'inedita zona archeologica e un ipogeo scoperti da pochi anni

In molti punti della città, esiste una Napoli in superficie e una sotterranea. Questo vale anche per la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in via San Biagio dei Librai (all’angolo con il vicolo che prende il nome dalla chiesa, un tempo chiamato “di casanova” dalla “nuova casa” del conte di Maddaloni, il palazzo di Diomede Carafa ancora oggi esistente), oggetto di una recente scoperta che ha svelato, al di sotto del pavimento maiolicato, una nuova zona archeologica e un ipogeo.

Non molto distante da qui, alla fine del 1500, operava la Corporazione dell’Arte della Seta, che anche grazie al sostegno di alcuni re divenne via via sempre più potente, potendo disporre addirittura di un proprio tribunale interno: furono proprio gli artigiani e i mercanti della zona a far edificare la Chiesa nel 1593 (anche se l’aspetto che ha oggi risale a due secoli dopo), in sostituzione di quella già esistente in zona Mercato, che nel conservatorio annesso ospitava le figlie dei tessitori poveri o malati di Napoli. Per farlo, acquistarono un palazzo del principe di Caserta Acquaviva, al quale fecero annettere le chiese di Santa Maria delle Vergini e di San Silvestro. Della struttura precedente al rifacimento del 1758, resta soltanto l’altare ligneo opera di Marco Antonio Tibaldi che rappresentava l’altare maggiore, oggi conservato in locali annessi alla chiesa. Sempre tra i pezzi di grande valore artistico, un trono episcopale intagliato e decorato con i simboli dell'Arte della Seta. 

Con cornici e stucchi grigi e bianchi sulla tinteggiatura giallo ocra, la facciata, di poco arretrata rispetto alla strada, presenta due ordini sovrapposti, il primo in stile ionico e il secondo in stile corinzio, ognuno dei quali presenta due nicchie. In basso due opere di Giuseppe Sanmartino – lo stesso autore del celebre Cristo Velato, custodito nella Cappella Sansevero – che rappresentano San Giacomo e San Filippo; in alto, due statue raffiguranti la Religione e la Fede opera di Giuseppe Picano, allievo dello stesso Sanmartino.

L’interno ha navata unica, con quattro cappelle per lato e senza transetto. Sul pavimento maiolicato è presente lo stemma della Corporazione: hanno particolare importanza anche gli affreschi settecenteschi di Giacomo Cestraro nella volta della navata e le tele della tribuna in cui sono rappresentati San Filippo che infrange gli idoli e il Martirio di San Giacomo. Pochi anni fa ha aperto al pubblico una nuova area scoperta al di sotto della chiesa da un gruppo di giovani studiosi dell’associazione “Respirare Arte”: un'inedita zona archeologica (un tratto di muro in opus reticulatum e probabilmente resti di una domus di epoca romana) e un ipogeo che ospita un misterioso altare, posti proprio sotto il pavimento a gigli borbonici.

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