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Cultura Pendino / Via San Biagio dei Librai

San Nicola a Nilo, la chiesa nata per accogliere i bambini bisognosi

Nata in via San Biagio dei Librai per ospitare gli orfani della rivoluzione di Masaniello, vi si accede attraverso una doppia rampa curva di scale

Duemila anni fa, a Napoli si insediò una comunità proveniente da Alessandria D’Egitto. La città greco-romana dava una delle sue dimostrazioni di integrazione e accoglienza nei confronti degli alessandrini, tutti residenti nella zona di piazzetta Nilo, che prese il nome proprio dal fiume a cui questi erano particolarmente devoti. Il toponimo è rimasto non soltanto nello slargo dove svetta la Statua del Dio Nilo (il corpo di Napoli) e nella Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, verso via Mezzocannone, ma è presente anche in un altro edificio religioso di via San Biagio dei Librai, il decumano inferiore che inizia proprio qui. La Chiesa di San Nicola a Nilo è un piccolo gioiello che si incontra percorrendo la strada in direzione Duomo.

L’aspetto attuale, caratterizzato da una scalinata curva a doppio rampante, risale al 1705 su progetto di Giuseppe Lucchesi Prezzolini: prima, il luogo ospitava una chiesa e un complesso conventuale per donne fondati nel XVII secolo e dedicati a San Nicola Vescovo di Mira, protettore degli orfani e dei droghieri. Nel XVII secolo, un droghiere incominciò a occuparsi dei fanciulli rimasti orfani dei genitori a causa della sanguinosa rivoluzione di Masaniello del 1647: l’uomo li accompagnava a chiedere l’elemosina nelle strade della città e la sera trovarono riparo in una casa di sua proprietà, nei pressi del Sedile di Porto. Si racconta che successivamente il viceré Conte di Onate, impietosito da questi piccoli orfani, chiese aiuto al marchese de' Mari che per ospitarli donò il suo palazzo, accanto al quale fu costruita una piccola chiesa. Una volta lì, i piccoli vivevano secondo la regola monastica. Nel corso del tempo, il ritiro si trasformò in monastero aperto anche ad adolescenti più agiati.

La chiesa, all’interno, non è molto grande: ha una pianta centrale per sfruttare al meglio lo spazio e il vano circolare è sottolineato da coppie di colonne corinzie. Gli ampi finestroni ai lati dell’ingresso le donano una luce particolare; le decorazioni interne sono una ulteriore espressione dello stile barocco a Napoli. La volta è a botte, mentre sull’altare maggiore si trovava il dipinto raffigurante San Nicola di Bari nell’atto di proteggere gli orfani, realizzato da Luca Giordano nel 1658 ed oggi esposto al Museo Civico del Maschio Angioino. Nella parte inferiore, la facciata è tripartita da due colonne corinzie collocate ai lati del portale e staccate dalla parete. Ai due lati della rampa, vi sono due locali occupati da botteghe sin dal 1706, come si legge sulle lapidi dei rispettivi ingressi che precisa che l’atrio scala e le due botteghe non godono di immunità ecclesiastica.

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