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Cultura Pendino / Via Duomo, 149

San Giorgio Maggiore e l’affresco “nascosto”

Nel '600 Cosimo Fanzago invertì l'orientamento della chiesa paleocristiana del IV secolo: svelato recentemente un dipinto di Aniello Falcone

È davvero singolare e affascinante la storia della chiesa di San Giorgio Maggiore – anche conosciuta come San Giorgio ai Mannesi, dal nome dello slargo su cui s’affaccia, Piazza Crocelle ai Mannesi – una delle più antiche della città: secondo tempio costruito in città dopo quello eretto dall’imperatore Costantino intitolato poi a Santa Restituta (oggi cappella laterale del Duomo), fu per lungo tempo una delle quattro parrocchie di Napoli, insieme a quella dei Santi Apostoli, di San Giovanni Maggiore e Santa Maria Maggiore. Oltre a rappresentare una struttura unica – più volte modificata nel corso dei tanti secoli di storia che ha attraversato dal IV secolo a oggi - è stata anche protagonista di un ritrovamento eccezionale: un affresco di Aniello Falcone “nascosto” da una grande tela dietro l’altare maggiore.

Si tratta di un edificio davvero antico: nato come chiesa paleocristiana tra la fine del IV secolo e gli inizi del V e detta inizialmente “la severiana” - perché a volerla fu il vescovo San Severo di Napoli, le cui spoglie (ritrovate nelle Catacombe della Sanità) furono poi qui traslate e sono custodite ancora oggi, sotto la mensa dell’altare maggiore della chiesa. L’attuale nome risale al IX secolo, in onore del guerriero martire nelle vicende in cui il popolo combatteva contro i longobardi.

Nel 1640 un incendio ne distrusse buona parte e a occuparsi della sua ristrutturazione fu Cosimo Fanzago che ne invertì l’orientamento: l'attuale ingresso, infatti, è collocato in quello che fu il catino absidale della primitiva chiesa. Questa, in opera listata mista, è un raro esempio di abside arcuata aperta, caratterizzata da tre archi impostati su due colonne antiche di spoglio, coronate da capitelli corinzi e pulvino con croce a monogramma cristiano. Nel 1694 ci fu un'ulteriore ristrutturazione a causa di un terremoto: poco dopo, il Fanzago trasferì una parte delle colonne in granito nella vicina chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci.

Il periodo del Risanamento – che ha trasformato urbanisticamente la città alla fine dell’Ottocento - influì anche sulla chiesa di San Giorgio Maggiore: per allargare via Duomo, infatti, una delle tre navate (quella sul lato destro) fu eliminata. Oggi, perciò, le navate sono soltanto due: quella maggiore presenta come copertura tre cupole, di cui due schiacciate "a scodella", mentre solo quella centrale ha un catino più elevato. L'altare maggiore è posto davanti ad una nuova abside a pianta rettangolare, chiusa da una coppia di colonne corinzie stuccate di bianco, disposte a semicerchio. In prossimità della porta d'ingresso laterale alla chiesa, davanti al pilastro destro è collocato l'antico sedile marmoreo del fondatore San Severo.

Nella cappella a sinistra dell'altare maggiore vi sono affreschi giovanili del Solimena; altre opere d’arte contenute nella chiesa sono tavole in stile bizantino e un crocifisso ligneo del 1200. Oggi il valore artistico – già enorme – di San Giorgio Maggiore è stato ampliato dal ritrovamento, alcuni anni fa, di un grande affresco di Aniello Falcone - che in questa chiesa era stato battezzato nel 1607 -, raffigurante San Giorgio, che su un cavallo bianco imbizzarrito e lancia alla mano, affronta ed uccide il drago liberando una donna. L’affresco, datato 1645, è stato rinvenuto durante il restauro del coro alle spalle di una delle due tele di Alessio d’Elia, pittore di scuola solimeniana, che raffigurano una San Severo e l’altra San Giorgio. Quest’ultima è stata sistemata su un telaio incernierato che è possibile spostare con una corda per svelare l’ancora splendente affresco di Aniello Falcone.

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