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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura Pendino / Via San Candida

San Pietro ad Aram, dove il fondatore della Chiesa celebrò la prima messa

Un'antica leggenda avvolge la Basilica, che affaccia su Corso Umberto I e ospita nel vestibolo un affresco del XII secolo

La leggenda che avvolge la chiesa di San Pietro ad Aram vuole che in questo luogo, nel cuore della città, San Pietro abbia celebrato la sua prima messa. Il fondatore della Chiesa si sarebbe trovato a Napoli di ritorno da Antiochia, mentre si dirigeva a Roma nel 44 a.C. L’Apostolo avrebbe anche battezzato i primi napoletani convertiti: santa Candida e Sant’Aspreno (poi da lui consacrato primo vescovo di Napoli), come è raffigurato in un affresco custodito nel vestibolo della Chiesa che ospita “l’ara Petri”, l’altare di Pietro. Tra l’altro, si narra anche che Candida, la donna convertita da San Pietro, non abbia mai lasciato la cripta dopo il battesimo. Non c’è nessuna prova documentale che Simone detto Pietro, intento a diffondere il cristianesimo, sia realmente passato per Napoli ma di certo intorno a questa leggenda è nato un culto molto forte. L'importanza della Chiesa è attestata dalla decisione di papa Clemente VII che, nel Cinquecento, le concesse il privilegio di poter celebrare il giubileo un anno dopo quello di Roma, in modo da evitare un eccessivo affollamento nella capitale e per evitare al popolo napoletano il viaggio. Il privilegio fu abolito successivamente da Papa Clemente VIII.

Quello che è certo è che la Chiesa che vediamo oggi – la sesta più antica di Napoli - è frutto di una ristrutturazione avvenuta nel XVII secolo là dove sorgeva in effetti una chiesa paleocristiana sotterranea a tre navate (è per questo che San Pietro ad Aram è stato uno dei luoghi di culto dei morti come Purgatorio ad Arco e il Cimitero delle Fontanelle). Durante un restauro sono state infatti scoperte delle catacombe in cui sono stati trovati sette scheletri, probabilmente i primi sette Santi di Napoli, tra cui quello di Santa Candida, conservato sull’altare della quarta cappella a sinistra della chiesa. Il suo aspetto attuale rispecchia il disegno di Pietro De Marino e Giovanni Mozzetta: la facciata della basilica è in stile neoclassico.

Sebbene l’ingresso principale sia in via Santa Candida, oggi l’accesso è dal portone laterale sul Corso Umberto I, non molto distante da Piazza Garibaldi, caratterizzato da pietra scolpita a motivi di girali vegetali e proviene dal Conservatorio dell'Arte della Lana, in vico Miroballo, demolito durante i lavori del Risanamento. Nello stesso periodo, cioè a fine Ottocento, i capitelli del distrutto chiostro di età aragonese furono trasferiti nel sacello di Sant'Aspreno in piazza Borsa. L'interno è a navata unica, a croce latina. Nel vestibolo vi è l'altare in marmo con iscrizione angioina e colonnine sveve, sormontato dal baldacchino di Giovan Battista Nauclerio. Qui c’è anche l’affresco, recentemente attribuito a Girolamo da Salerno, che raffigura il battesimo di santa Candida e sant’Aspreno. Nella Chiesa sono custodite opere di Massimo Stanzione, Andrea Vaccaro e Luca Giordano.

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