rotate-mobile
Cultura Vomero / Largo San Martino, 5

La Certosa di San Martino: luogo sospeso tra fede, arte e cultura

Dalla sommità del Vomero domina la città: dal 1866 è un Museo dall'inestimabile valore

La sua facciata chiara, lassù in alto, fa capolino da molti punti della città: da piazza Municipio, per esempio, o dai vicoli di via Toledo. La Certosa di San Martino, incantevole struttura nata come edificio religioso e poi diventata museo, domina il golfo dalla sommità del Vomero. Da lontano, sembra tutt'uno con il tufaceo Castel Sant'Elmo ed è probabile, secondo alcuni, che la certosa sia stata edificata su strutture preesistenti legate proprio al Belforte, la torre di origine normanna che diede poi "origine" a Sant'Elmo. Per realizzarla, nel 1325, Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto d’Angiò, chiamò a corte il progettista del Duomo di Pisa, Tino da Camaino, ma nella sua costruzione sono stati coinvolti negli anni successivi anche molti altri architetti. Dell’impianto originario restano oggi gli straordinari sotterranei gotici, suggestivi ambienti delle fondamenta trecentesche della Certosa.

La struttura fu ampliata nel 1581 con l’intervento di Giovanni Antonio Dosio: il suo aspetto gotico si trasformò in un’immagine barocca. Il numero dei monaci cresceva a dismisura e questo impose una radicale ristrutturazione del Chiostro Grande per trarne nuove celle, e fu rivisto l'intero sistema idrico. Nel1623 al cantiere lavora anche Cosimo Fanzago, che imprimerà la propria identità su ogni luogo del monastero. L’architetto viene incaricato del completamento del Chiostro Grande che, ad eccezione del cimitero e del pavimento, viene ultimato nel 1631 nel segno della continuità con i precedenti progettisti. Napoli, però, non aveva grandi quantità di marmo a disposizione, così fu importato da Roma, da Carrara, dalla Spagna, dal Belgio, dalla Francia. Con tutti questi materiali di colori e fatture diverse Fanzago trasforma le decorazioni geometriche in fogliami, frutti, volute stilizzate. San Martino diviene così, negli anni '20 e '30 del Seicento, un luogo di eccellenza della sperimentazione dell'ornato dell'epoca.

All’architetto viene affidata anche la facciata della chiesa: dopo la presentazione di un primo progetto, bocciato dai monaci, Fanzago elabora per il pronao una soluzione architettonica che preserva le strutture trecentesche rivestendole esternamente con l’apparato marmoreo. Alcune opere tra quelle da lui progettate vengono successivamente riadattate o riutilizzate in altri contesti. Nel Settecento è Nicola Tagliacozzi Canale, architetto-scenografo, a uniformare, con il gusto rococò, pittura, scultura e architettura della Certosa.

Il complesso subisce danni durante la rivoluzione del 1799 ed è occupato dai francesi. Il re ordina la soppressione per i certosini, sospettati di simpatie repubblicane, ma alla fine li reintegra: i monaci rientrano a San Martino nel 1804. Quando gli ultimi religiosi abbandonano la Certosa, nel 1812 il complesso viene occupato dai militari e poi di nuovo, per un breve periodo, da altri monaci. Soppressi gli Ordini religiosi e divenuta proprietà dello Stato, la Certosa viene destinata nel 1866 a museo per volontà di Giuseppe Fiorelli, annessa al Museo Nazionale come sezione staccata ed aperta al pubblico nel 1867.

La facciata della chiesa è visibile già dal cortile: all’interno le cappelle sono ricoperte da splendide tarsie marmoree, particolarmente preziose nella cappella dedicata a San Bruno (opera di Cosimo Fanzago. La volta mantiene intatta la struttura trecentesca e ospita un dipinto di Giovanni Lanfranco raffigurante l’Ascensione di Cristo. Nel 1754 nella cappella di San Martino, Giuseppe Sanmartino (l'autore del Cristo Velato) realizza la Fortezza, la Carità e i quattro gruppi di cherubini. L’altare maggiore del 1705, mai terminato, è in legno dorato e dipinto come se fosse di marmo. La Cappella del Tesoro ha in sé veri e propri capolavori come la Pietà di Ribera sull’altare, e nella volta il Trionfo di Giuditta di Luca Giordano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Certosa di San Martino: luogo sospeso tra fede, arte e cultura

NapoliToday è in caricamento