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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura Stella / Via Sanità, 14

San Gaudioso, le catacombe che hanno ispirato "A livella" di Totò

Sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, la necropoli contiene un celebre affresco

Le Catacombe di San Gaudioso, vero tesoro storico-culturale del Rione Sanità, sono una delle nove catacombe di cui si ha notizia nel quartiere e una delle poche portate alla luce e oggi visitabili insieme alle catacombe di San Gennaro, San Severo e al Cimitero delle Fontanelle. Un luogo sotterraneo - si accede dalla Basilica Santa Maria della Sanità, sotto l'altare maggiore - e suggestivo dove simboli cristiani e sepolture nobili convivono con storia e leggende. È qui, infatti, che si dice che un giovane Totò, che nel Rione Sanità è nato e cresciuto, abbia trovato ispirazione per scrivere la sua celebre poesia "A livella". All'interno delle Catacombe, infatti, convivono diversi dipinti murali, sagome disegnate sulle quali, all'altezza della testa, veniva lasciato lo spazio per il cranio nelle pareti dell’ambulacro. Intorno ai contorni del corpo, gli abiti e gli attrezzi del mestiere che rappresentavano la posizione sociale del defunto.

Uno di questi dipinti, in particolare, attribuito all'artista fiorentino Giovanni Balducci (che prima di morire chiese, e ottenne, la sepoltura all'interno delle Catacombe ed è raffigurato con tavolozza e pennelli), rappresenta genericamente la morte: ai piedi del corpo ci sono uno scettro, un libro e una corona, simbolo della natura effimera dei beni mondani. Pare che sia stata proprio questa immagine a ispirare il Principe della Risata per i versi scritti nel 1964 che celebrano la capacità della morte di cancellare ogni differenza sociale, rendendo gli uomini tutti uguali davanti alla fine della vita terrena.

Sono tante le storie che si celano dietro i cunicoli e le bellezze sotterranee delle Catacombe: un altro affresco raffigura una coppia intenta a tenersi per mano. Sarebbero proprio loro gli sposi ai quali si presentò, durante le nozze, il fantasma del Capitano, il cui teschio è custodito nel Cimitero delle Fontanelle, sempre nel Rione Sanità. Nel cimitero, inoltre, è presente anche un intero soggetto murato, di cui sono visibili tutte le parti ossee del corpo: si tratta del Guardiano delle catacombe, che aveva il compito di bloccare le anime in Purgatorio. In alto, la parte della testa è scavata nella parete: questa usanza, in realtà, riguardava il rito della "scolatura", che si diffuse a partire dal Seicento quando le Catacombe furono utilizzate come luoghi di sepoltura dei nobili. I cadaveri, subito dopo la morte, venivano collocato all’interno dei cosiddetti seditoi dove avrebbero perso i liquidi vitali, che confluivano in vasi posti nella parte inferiore della nicchia. Il becchino, per accelerare la procedura, praticava anche dei piccoli fori sui corpi. 

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