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Cultura

Andrea Sannino: “Al virus ci pensano i medici, all’anima ci pensa la musica”

Intervista al cantante autore di ‘Abbracciame’, canzone manifesto del desiderio di unione nato in questi giorni di isolamento ispirando i flash mob ai balconi in tutta Italia

L’abbraccio virtuale generato dalla forza universale della musica da Napoli ha avvolto tutte le città italiane, merito di ‘Abbracciame’ cantata da Andrea Sannino diventata emblema e ispirazione dei flash mob al balcone nati dai giorni della quarantena. Tutto inizia giovedì sera quando dai balconi di una strada di Portici rimbombano le delicate note della canzone scritta da Sannino insieme a Mauro Spenillo incisa nel 2015. ‘E allora sì, abbracciame cchiù forte’ rimbalza a Ercolano, a San Giovanni Teduccio, a Pozzuoli, fino ad arrivare a Napoli e nel giro di poche in tutti i balconi e finestre d’Italia è cantata da tutti all'unisono. ‘Abbracciame’ fa da apripista ai flash mob ai balconi rompendo il silenzio assordante che la pandemia ha portato con sé.

Ogni pomeriggio le persone si danno appuntamento per affacciarsi e fare musica. C’è chi suona, chi improvvisa dj set o chi trasmette a tutto volume canzoni trovando una forma di condivisione. E’ un alternarsi tra ‘Azzurro’, ‘Il Cielo è Sempre più Blu’, Il Best of di Pino Daniele e ‘Fratelli d’Italia’ - l’inno di Goffredo Mameli sarà trasmesso in tutte le radio italiane venerdì 20 marzo alle ore 11 – intanto ‘Abbracciame’ schizza in vetta alla classifica dei brani più scaricati d’Italia e parte dell’incasso sarà devoluto alla ricerca: “Non avrei mai potuto lucrare da questa circostanza. Coinvolge tutti. Qui scarseggiano o, addirittura, mancano mascherine e respiratori. Non si può sentire una cosa del genere in una società globalizzata come la nostra. Ognuno, in base alle proprie possibilità, deve contribuire e fare la sua parte: donare 1 euro ha la stessa importanza dei milioni di euro donati. La mia etichetta discografica, la Zeus Record, ha accettato la mia richiesta così parte di questi incassi andranno alla ricerca o a uno degli ospedali”.

INTERVISTA AD ANDREA SANNINO

Andrea, da canzone romantica ‘Abbracciame’ è diventata simbolo di coesione e fratellanza. Ha ispirato i flash mob di tutta Italia e, a sua volta, da flash mob è diventato un armonioso appello dell’Ospedale Cardarelli a donare il sangue.
“Abbracciame già era un pezzo che mi aveva cambiato la vita. La drammaticità che stiamo vivendo ha dato alla canzone il significato originario di quando Mauro e io l’abbiamo scritta pensando al gesto dell’abbraccio in senso universale che va ben oltre quello dato al proprio partner. Poi, negli anni, ha assunto una valenza romantica. L’emergenza sanitaria gli ha restituito il messaggio di amore a 360 gradi e di quanto possa aiutare un abbraccio. Io mi sento onorato che le persone la stiano cantando e mi commuove perché noi tutti stiamo vivendo la stessa situazione non solo di non poter uscire di casa ma, soprattutto, di non poter dare un abbraccio. Che io sappia, nemmeno durante le guerre mondiali si è arrivati a vietare un abbraccio. Se me l’avessero raccontato un mese fa non ci avrei mai creduto. Un po' come la sceneggiatura del musical degli anni ’80 Footlose dove si proibiva di ballare”.

Il virus ha reso un gesto semplice come l’abbraccio proibito. Molti genitori, soprattutto le persone del settore della sanità, evitano di abbracciare anche i loro bimbi per non rischiare. Da padre avrai empatizzato.
“Sì, l’ho saputo e anche questo sarebbe stato impensabile qualche settimana fa. E’ un sacrificio enorme e la dice lunga su ciò che potrebbe generare il Coronavirus. La cosa che mi sconvolge di più è la proibizione degli affetti. Se non si abita sotto lo stesso tetto qualcuno te lo perdi per un po', ma è giusto farlo. Per questo mi appello a coloro che ancora non l’hanno capito altrimenti anche i sacrifici umani che si stanno facendo come quello di una madre che evita di abbracciare un figlio potrebbero essere vani”.

‘Abbracciame’ e ‘Fratelli d’Italia’ sono state tra le più gettonate, anzi, la tua canzone è stata addirittura suonata prima ed è stata eletta la colonna sonora di questa fase storica che stiamo vivendo.
“Sì, la cosa curiosa che è la suoneria più scaricata. E’ anche un orgoglio da napoletano che la gente abbia sdoganato ancora di più il concetto di musica napoletana contemporanea a volte associata al concetto di musica trash o a degli scenari legati alla malavita. Per carità, non è che non ci sia, ma esistono anche una sfilza di cantanti e autori che non hanno nulla a che fare con quel mondo cercando di dare ogni giorno lustro alla nostra cultura”.

Di tutto questo cosa ti ha colpito di più?
“Io, in qualche modo, sono spettatore ma ho avuto la conferma dell’enorme potere della musica. In genere, ma anche nei momenti di emergenza, ci sono alcune persone che considerano tutto lo spettacolo come qualcosa di superfluo. Quando ero più piccolo quando dicevo che faccio il musicista arrivava la domanda ‘Sì, ma di lavoro cosa fai?’. Ancora oggi in questa emergenza globale sento parlare di sussidi e decreti legge per i lavoratori, il primo è appena arrivato, ma per quanto riguarda gli artisti e gli addetti ai lavori, per ora, se ne parla poco o nulla. Ma vedendo questo episodio ciò che viene fuori è che le persone nei momenti peggiori si appella alla musica. Non c’è niente da fare. La musica batte 10 -0 tutto. Al virus ci pensano i medici, all’anima ci pensa la musica e, per chi è credente, anche la fede. E’ stato bellissimo vedere le persone unite dalla musica. Ciò che lascerei di questi giorni è questo spirito di civiltà che c’è. Come se, a un tratto, siano state cancellate tutte le differenze come quelle geografiche. Cose che in situazioni normali non guasterebbero”.

Ancora non ti sei esibito sui social come molti musicisti stanno facendo per contribuire a intrattenere, ma notato che lo utilizzi per infondere con lucidità pillole di coraggio e informazioni utili.
“E’ bello quello che stanno facendo artisti strafamosi come Jovanotti e Fiorello perché con le loro dirette su Facebook e Instagram perché rendono meno pesanti la solitudine o anche la noia di dover restare in casa. Prima di giovedì anch’io mi sono messo al piano facendo qualche diretta, ma poi questo episodio in qualche modo ha stravolto le mie abitudini. Io, di certo, me lo ricorderò per tutta la vita e avrò l’orgoglio di raccontare a mia figlia e ai miei nipoti che anch’io, nel mio piccolo, con una mia canzone ho contribuito ad alleviare l’umore degli italiani. Per cui ho deciso di usare i social principalmente con l’obiettivo di essere utile anche per organizzare raccolte fondi e per qualsiasi cosa possa servire per dare speranza”.

In un modo o nell’altro, la quarantena ha aguzzato ingegno e creatività in tutti. Da musicista come esprimerai questi giorni?
“Hai detto bene. Persone normalissime stanno scoprendo una nuova sensibilità basta vedere i loro post. E’ inevitabile che questo periodo stimoli artisti e musicisti. Per quanto riguarda me la creatività regge e come. Io già dormo poco e ne approfitto per scrivere, scrivere, scrivere…”.

Tu in questi giorni saresti stato al Teatro Augusteo con lo spettacolo su Renato Carosone sarà un bel modo di riprendere la normalità raccontare in musica la vita di un musicista del suo calibro.
“Sì, infatti ero nel pieno delle prove dello spettacolo. Ci sono anche due brani inediti che sarebbero dovuti uscire a marzo ma ovviamente slitteranno. Io credo al caso e ne parlavo qualche giorno fa con uno dei produttori dello spettacolo. Renato Carosone è stato un genio della musica e lo è stato a livello mondiale. Lui ha avuto anche l’arduo compito di rallegrare gli italiani del dopoguerra e, se ci pensi, è paradossale che in qualche modo lui ritornerà a farlo portando entusiasmo quando questa guerra contro il Covid-19 sarà finita”.Sannino-spettacolo-carosone-2

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