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Le "ciociole natalizie", perchè si chiamano così?

Secondo alcuni il termine “ciociole” deriva da “ciocio” ovvero "sciocco": la frutta secca era, infatti, intesa come sciocchezza rispetto al resto del menù natalizio

Manca più di un mese al Natale, ma c’è chi già sta macinando idee sul menù da preparare. Spaghetti con le vongole, capitone, baccalà, broccoli di Natale, insalata di rinforzo, struffoli, roccocò, mostaccioli, cassata.. cos’altro manca? Ah sì, le immancabili “ciociole” (la frutta secca). I pasti natalizi dei napoletani non possono definirsi completi se a fine pasto non compare sulla tavola ‘o spassatiempo, cioè il classico cesto che raccoglie nocciole, noci, mandorle, fichi secchi e chi più ne ha più ne metta. Ai napoletani piace sgranocchiare la frutta secca, non solo alla fine dei pasti, ma anche in attesa dell’apertura dei regali, o, ancora meglio, durante qualche gioco natalizio. Le bucce delle ciociole, infatti, vengono, ancora oggi, utilizzate come segna numeri per le cartelle durante la tradizionale tombolata.

Ma perchè la frutta secca viene chiamata così? Secondo alcuni il termine “ciociole” (“sciosciole”, “sciocele” o, come dir si voglia, “scioccelle") deriva da “ciocio” ovvero "sciocco": la frutta secca era, infatti, intesa come sciocchezza rispetto al resto del menù natalizio, perchè, seppur molto apprezzata, era meno elaborata rispetto agli altri piatti. Altri invece identificano il termine come una onomatopea del rumore che fanno le noci e le noccioline nel cesto urtando tra di loro quando le mani rovistano all'interno nell'atto di prenderle (tipo “cio cio”); altri ancora affermano che il nome sia una derivazione dal termine latino "flacces" (bucce). Qualunque sia l’origine reale del nome “ciociole”, una cosa è certa, senza la loro presenza il Natale non sarebbe Natale.

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