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Cronaca Casavatore

Voto di scambio nel napoletano: l'inchiesta nata da un omicidio

Coinvolto il comune di Casavatore. Ben 15 gli avvisi di conclusione delle indagini. Voti acquistati con buoni pasto, con 50 euro a testa o posti di lavoro

Scaturita da una indagine su un omicidio di camorra l'inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel comune di Casavatore dalla quale è emerso che il clan Ferone avrebbe appoggiato entrambi gli schieramenti che si sono fronteggiati alle elezioni amministrative dello scorso anno.

Sono 15 gli avvisi di conclusione delle indagini per il reato di voto di scambio aggravato dalla modalità mafiosa. Tra i destinatari dei provvedimenti, il sindaco uscente e riconfermato Lorenza Orefice, a capo di una lista civica, e lo sfidante sconfitto al ballottaggio Salvatore Silvestri, alla guida della lista ''Pd Silvestri Sindaco''.

Tutto ha inizio il 24 aprile 2015 quando in un bar di Casavatore vengono uccisi Ciro Cortese e Aldo Pezone, ritenuti legati al gruppo camorristico dei Vanella-Grassi. Cortese aveva in tasca un bigliettino con il nome di un candidato, Mauro Ramaglia, e con l'annotazione accanto di una cifra, 2000. Dalle intercettazioni telefoniche, la scoperta di una intensa attività di ''compravendita'' di voti. Voti acquistati con buoni pasto, con 50 euro a testa o posti di lavoro.

L'indagine, che si estende a macchia d'olio, si caratterizza anche da una serie di episodi come il pestaggio del fratello di un candidato, anch'egli ritenuto legato al clan, che stazionava nei pressi del comitato elettorale di Sivestri.

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