rotate-mobile
Cronaca

"Vedi Napoli e poi ti querela": l'editoriale di Massimo Gramellini

"A Napoli si perdona tutto. Persino di avere eletto sindaco un incrocio tra Mao e il fratello narciso di Masaniello", scrive Gramellini sul Corriere

"La stima incommensurabile che il genere umano nutre per il sindaco De Magistris rischia di essere messa a dura prova dalla sua ultima iniziativa. Uno sportello giudiziario a cui potranno rivolgersi vittime e testimoni di diffamazione ai danni di Napoli e dei napoletani. La nobiltà dell’intento è inconfutabile. Napoli è città fuori dal comune bersagliata dai luoghi comuni. Ma non è un luogo comune il vittimismo alimentato dalla sua classe dirigente, che da secoli, per non procurarsi il fastidio di affrontare i problemi, trova decisamente più comodo attribuire la loro mancata soluzione a un complotto esterno. I razzisti da operetta - come quel sindaco lombardo che nei giorni scorsi l’ha definita “una fogna” - offrono un alibi di ferro a questa ricostruzione fasulla della realtà, che ha consentito a pochi privilegiati di tenere nell’indigenza tutti gli altri, ergendosi pure a difensori della napoletanità offesa. La trovata di De Magistris offre nuovi strumenti, compresa la delazione, a una battaglia retorica e consolatoria che presterà il fianco al sorgere di altri luoghi comuni. “Napule è ’na carta sporca e nisciuno se ne importa”, cantava Pino Daniele, con l’amore e il dolore di un innamorato vero. Chissà se anche lui sarebbe passibile di denuncia presso lo sportello del Comune. O se lo sarebbe quel tassista che così mi riassunse i lavori infiniti per la metropolitana: “Non la stanno scavando. La stanno cercando.” Ma a Napoli si perdona tutto. Persino di avere eletto sindaco un incrocio tra Mao e il fratello narciso di Masaniello". 

Scrive Massimo Gramellini sul Corriere.it nell'editoriale che rientra nella rubrica "Il Caffè".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Vedi Napoli e poi ti querela": l'editoriale di Massimo Gramellini

NapoliToday è in caricamento