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Cronaca

Forum Culture, Vecchioni: "Sul mio compenso ancora nulla di deciso"

Il cantautore, designato come presidente, interviene sulla polemica riguardante il suo cachet. "Se ci sono problemi sono disposto a lasciare l'incarico. Ho un plafond da cui non posso scendere per dignità e immagine"

"Se il mio compenso rappresenta un problema, sono disponibile a lasciare l'incarico". Roberto Vecchioni interviene in prima persona sulle polemiche scoppiate fragorosamente negli ultimi giorni in merito al cachet di 220mila euro come presidente del Forum delle Culture di Napoli, in programma nel 2013 nel capoluogo campano.

"La richiesta è più o meno quella, un pò più bassa, non mi nascondo dietro a un dito. Ma di vero al momento c'è che non è stato deciso nulla, che non sto prendendo niente, che siamo nel campo delle proposte, che una cabina di regia stabilirà quanto è congruo per quello che faccio", ha spiegato il vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo nel corso della trasmissione 24 Mattino in onda su Radio 24.

"Parliamo di soldi, il che mi dà un fastidio tremendo, ma è giusto farlo - prosegue Vecchioni - Non sono stato il più pignolo dei ragionieri, sono stato uno che dopo 40 anni che non ha beccato un soldo, ha trovato anche un'occasione giusta. Mi faranno una controfferta e parleremo su quella base. Quel ruolo prevede un lavoro massacrante, è un avvenimento mondiale, e si tenga presenta che la cifra è lorda e devo pagare anche degli assistenti, non è roba solo mia".

"La cifra di cui si vocifera - aggiunge il "professore" - è certamente inferiore a quanto potrei guadagnare dedicandomi alla mia normale attività professionale che l'impegno preso mi impedirà in gran parte di svolgere. Penso questo basti per non consentire che sia messo in dubbio il mio amore per Napoli e per la cultura, motivi principali per cui ho accettato questo incarico".

"Capisco anche - dice ancora Vecchioni - che in tempi difficili come questi possa sembrare eccessiva qualsiasi cifra non adeguatamente motivata e spiegata. Tocca ai rappresentanti delegati dalle istituzioni valutare se quanto da me richiesto sia congruo al lavoro affidatomi e ai risultati positivi che potrebbero derivarne alla città. Nel caso di non coincidenza nelle valutazioni, dichiaro la mia disponibilità a rinunciare a un incarico così gratificante. Senza per questo esimermi dal dare in altro modo tutta la mia collaborazione alla buona riuscita dell'evento. Siccome il mio è un atto d'amore, lavorerei lo stesso per Napoli, anche solo come collaboratore, lasciando il nome".

"Ma se mi vogliono come presidente, con tutte le grane, i problemi, i pensieri i pasticci a cui non sono abituato, se desiderano dare un'immagine alla città di Napoli, se pensano che questo sia pubblicità per il mondo, per l'Italia, che dia una garanzia di qualità e di onestà e di chiarezza, perchè la vera cifra la dirò a tutti, se vogliono questo devo avere un adeguato compenso. Io ho un plafond da cui non posso scendere per dignità e immagine", sostiene l'autore di "Luci a San Siro".

"Io capisco che il momento per l'Italia è difficilissimo, - conclude Vecchioni - che bisogna venirsi incontro, lo farò anche io. Ma io lo faccio davvero per amore di Napoli e della cultura in generale. Prova ne sia che rinuncio a quasi due anni di lavoro per questo. Se non lo facessi per amore prima di tutto non lo farei, poi non mi metterei in questa situazione. In due anni se io lavorassi come normalmente lavoro guadagnerei il doppio di quello che guadagnerei lavorando per il Forum delle Culture".

 

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