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L'Orientale resta chiuso, i commercianti in crisi scrivono alla rettrice: "Aprire Palazzo Giusso"

Palazzo Giusso non è mai uscito dal lockdown. L'assenza degli studenti ha portato alla desertificazione della zona. Anche residenti e universitari firmano l'appello: "Se a settembre l'ateneo non riapre per librerie e bar sarà dura"

Ci sono pezzi di città in cui il lockdown sembra non essere mai finito. Passeggiando di giorni tra largo Giusso e largo San Giovanni Maggiore sembra di essere ancora ad aprile: negozi vuoti e rarissimi passanti. Palazzo Giusso, sede storica dell'Università L'Orientale di Napoli, non ha mai riaperto i battenti. Di conseguenza, gli studenti che popolano la zona non sono mai tornati, mandando in crisi il tessuto socio-economico della zona. 

Per questo motivo, commercianti, studenti e residenti hanno firmato un appello alla rettrice Elda Morlicchio, per riaprire almeno parzialmente l'Ateneo: "Da quando ha chiuso l'Università questa zona è un deserto - afferma Francesco Tessitore, titolare del Bar Orientale - ho perso l'80 per cento dei clienti e se a settembre non cambia la situazione per noi sarà difficile andare avanti". Peggio ancora va alle librerie e copisterie, che hanno perso le vendite di due sessioni d'esame.

La preoccupazione, però, non è solo economica, come spiegano i residenti: "Questa piazza è considerato un porto franco dove tutto è concesso - spiega Emanuele Maurelli - il Palazzo aperto è comunque un deterrente e un'istituzione che garantisce vivacità a un quartiere altrimenti morto. Da non sottovalutare anche l'aspetto della sicurezza, perché ci sono ore del giorno in cui qui non c'è un'anima". 

L'appello ha coinvolto anche gli studenti, stanchi degli esami a distanza: "Non solo non abbiamo più un luogo dove studiare - sostiene Francesco Spesa di Link Orientale - ma non possiamo nemmeno consultare le biblioteca, che contengono libri spesso fondamentali per realizzare le tesi di laurea. Altri atenei hanno riaperto parzialmente le sedi, non capiamo perché non possa farlo anche l'Orientale". 

A venti giorni dall'invio della lettera, in cui si chiede un incontro con le parti in causa, la rettrice Morlicchio non ha dato alcuna risposta. Il quartiere attende, sperando che la desertificazione non diventi definitiva. 

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