Crescono, in Italia, le diagnosi di patologie tumorali. Come spiega,infatti, Cristina da Rold sull'Espresso "se nel 2010, secondo gli ultimi dati Airtum , le nuove diagnosi erano state circa 2,5 milioni, nel 2015 si sono superati i 3 milioni di casi".

E non è l'unico dato importante sottolineato sulla questione sanitaria legata ai tumori: forte resta anche il divario tra Nord e Sud per quanto riguarda "l'accesso alle cure, prestazioni di terapia del dolore, assistenza domiciliare, accesso ad adeguate terapie nutrizionali, numero di posti letto e di servizi di hospice (strutture che accolgono malati terminali) per le cure palliative".

I dati, spiega la giornalista, sono quelli dell'Ottavo Rapporto elaborato dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia che riguarda la condizione assistenziale dei malati oncologici.

Per quanto riguarda le "prese in carico", ad esempio, i dati sono molto  esemplificativi: "Se la media in Italia - si legge sull'Espresso - è di una presa in carico per malattie oncologiche su 1.000 abitanti, in quasi tutte le regioni del nord e in particolare nel nord-est, la percentuale è di poco inferiore al 2 per mille, mentre il sud è profondamente sotto la media. In Calabria si contano 0,11 prese in carico per 1.000 abitanti, nel Lazio 0,22 e in Campania 0,36".

La disomogeneità tra regioni emerge chiara sul versante delle cure chemioterapiche "con un sud - si legge - che ha in media la metà delle prestazioni del nord: 6,8 ogni 1000 abitanti contro 15,8 delle regioni settentrionali. In Campania addirittura non si tocca 1 prestazione per 1.000 abitanti, e in Sicilia, Calabria e Abruzzo le cose non sono poi molto diverse".