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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Vino adulterato, la maxi truffa: 36 indagati e 12 mln sequestrati

A nove persone sono state stamattina notificate altrettante misure di custodia cautelare, quattro arresti domiciliari e cinque obblighi di firma

Sarebbero parte integrante di un'associazione a delinquere coinvolta nell'adulterazione di vino: a nove persone sono state stamattina notificate altrettante misure di custodia cautelare, quattro arresti domiciliari e cinque obblighi di firma. Per gli inquisiti è stato inoltre disposto il sequestro preventivo dei beni per un totale di 12 milioni di euro.

Secondo gli inquirenti la base operativa del gruppo – prevalentemente di Caserta – era nel Napoletano. Vengono loro imputati reati tributari e l’immissione illecita sul mercato nazionale di partite di zucchero, soprattutto di origine serba e slovena, ad operatori del settore vitivinicolo per la sofisticazione dei loro prodotti.

Le indagini

Particolarmente complessa l'indagine che ha portato alla scoperta del giro d'affari illecito. Sono in tutto 36 le persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio.

Gli inquirenti hanno fatto uso di intercettazioni telefoniche, registrazioni video, appostamenti e pedinamenti, nonché della comparazione di tutto questo con le annotazioni ufficiali sul registro telematico di carico e scarico dello zucchero presente sulla piattaforma Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale). La rete del gruppo aveva ramificazioni non solo in Campania, ma anche in Puglia, Sicilia e Veneto.

Il sequestro

Sequestrati beni per 12 milioni di euro. Si è anche fatto ricorso all’istituto della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche: è questo che ha permesso di "aggredire" il patrimonio di dirigenti, rappresentanti ed amministratori delle società che si ritiene abbiano tratto vantaggio dai reati ipotizzati dagli investigatori.

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