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Cronaca

Traffico rifiuti, 20 fermi: c'è anche Cicciotto Cartofer

Venti ordinanze di custodia, in carcere o agli arresti domiciliari, tra i quali i fratelli Del Prete, titolari della Cartofer, sono state emesse nell'ambito di una inchiesta della Procura di Napoli su un traffico illecito di rifiuti in Campania

Scoperto un traffico illecito di rifiuti in Campania. L'operazione “Paccotto” ha portato in tutto venti ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari. I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito e alla falsificazione dei formulari per lo smaltimento.

E' stata disposta la custodia in carcere per sette indagati tra i quali i fratelli Del Prete, titolari della Cartofer e Cicciotto Cartofer, noto per le sue pubblicità sulle televisioni private, nonché gli arresti domiciliari per altre sette persone e sei obblighi di dimora.

Le indagini riguardavano la gestione del materiale proveniente dalla rottamazione degli autoveicoli. L'indagine ha coinvolto in particolare l'azienda Cartofer, leader in Campania nello smaltimento dei veicoli rottamati.

Secondo quanto è emerso dall'inchiesta, le vetture venivano rottamate e trasferite in impianti per il riciclaggio del materiale ferroso, situati in alcune città del nord Italia senza che dagli autoveicoli venissero eliminati materiali pericolosi. In tal modo i prodotti fuoriusciti dagli impianti di riciclaggio risultavano inquinanti. Attraverso la falsificazione di certificati veniva favorito il traffico illecito. Il giro d'affari dall'inizio delle indagini (2006) ad oggi è stato quantificato in 12 milioni di euro, mentre sono in corso 680 mila le tonnellate di materiale smaltito illegalmente. Tra i destinatari dei provvedimenti anche un ingegnere e un avvocato.

Sempre nell'ambito dell'operazione, una ditta di autodemolizioni di San Giorgio di Nogaro è stata sequestrata dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri. I militari nel Noe di Udine hanno apposto i sigilli alla società "Suderurgica", già posta sotto sequestro un anno e mezzo fa, sempre su ordinanza della magistratura campana. Secondo gli investigatori, la ditta avrebbe trattato carcasse di auto che non erano state precedentemente "bonificate" dai residui di olio o carburante, e che venivano così compattate e avviate alle acciaierie.
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