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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Marano di napoli

Traffico di droga, sconti di pena per il clan Gala

La cocaina arrivava da un canale boliviano a prezzi modici, ma qualcosa è andato storto per il gruppo criminale. La ricostruzione dei fatti

Si è concluso ieri il processo di secondo grado innanzi alla Corte di Appello di Napoli (Presidente Giovanni Carbone) per vari soggetti imputati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ai sensi dell’articolo 74 del dpr 309/1990.

Ci sono stati vari sconti di pena ma anche delle conferme della sentenza di primo grado. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Luigi Senese, Antonio Del Vecchio, Dario Carmine Procentese, Luigi Poziello, Angelo Ferraro, Saverio Campana, Veronica Paturzo. 

⁃ Gala Antonio

Richiesta pm: anni 20

Condanna primo grado: 18 anni

Appello: conferma sentenza

⁃ Gala Giacomo Richiesta pm: anni 16

Condanna primo grado: anni 11 mesi 4

Appello: anni 9 mesi 4 con attenuanti generiche

⁃ Gala Paolo

Richiesta pm: anni 16

Condanna primo grado: anni 10

Appello: anni 8 mesi 8 con attenuanti

⁃ Giannuzzi Teodoro (collaboratore di giustizia)

Richiesta pm: anni 6 mesi 8

Condanna primo grado: anni 4 mesi 5 giorni 10

Appello: conferma sentenza

⁃ Moccia Ciro

Richiesta pm: anni 12

Condanna primo grado: anni 9 mesi 4

Appello: anni 8 con attenuanti

⁃ Lleshaj Shkelqim

Richiesta pm: anni 9

Condanna primo grado: anni 8 mesi 3 giorni 26

Appello: conferma sentenza

La ricostruzione dei fatti

Antonio Gala, legato da vincoli di parentela con il defunto Giuseppe (Peppe ‘o showman”), sarebbe stato supportato nei suoi traffici da Giacomo Gala, alias mandrake, Paolo Gala, da un albanese, Lleshaj Shkelqim meglio noto come Gimmy, e da Ciro Moccia. Il gruppo, un tempo vicino ai Polverino, negli ultimi anni (2017-2017) avrebbe stretto contatti e legami strettissimi con gli Orlando.  A svelare la natura dei rapporti tra il gruppo Gala e i carrisiani, oltre alle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla Procura ed eseguite dai carabinieri di Castello di Cisterna, sono soprattutto le dichiarazioni dei pentiti Teodoro Giannuzzi, in gran parte, e dei collaboratori Di Matteo, Di Lanno e Carra.

Il gruppo “romano”, capeggiato da Antonio Gala, si muoveva su Marano attraverso il consolidato sistema delle quote o puntate. La droga veniva reperita nel Lazio da un collaboratore di Gala. A tal proposito, dalle intercettazioni relative agli indagati, si evincerebbe come la cocaina arrivasse da un canale boliviano (ritenuto anche di buona qualità) e ad un prezzo più conveniente rispetto a quella venduta dal broker del narcotraffico, in contatto invece con i narcos colombiani. Antonio Gala, tuttavia, non avrebbe mai spezzato il legame con Carbone. Dalle indagini emergono altri particolari: i viaggi, diversi, di Armando Lubrano e Celeste De Fenza, dove avevano soggiornato diverse volte prima del loro arresto. Il capo sarebbe Lubrano e De Fenza, in pratica, e il suo fedelissimo, chiamato a curare soprattutto gli aspetti logistici. Dal racconto degli stessi indagati, attraverso una copiosa opera di intercettazione ambientale e rilievi fotografici (Lubrano e il gruppo vengono immortalati più volte in via Foa a Roma, sulla Boccea e in una dimora da loro scelta). La donna sarebbe stata con i “maranesi” diverse volte nella capitale e, almeno in un’occasione, anche a passeggio per le strade romane.

Nelle oltre 200 pagine dell’ordinanza si fa riferimento al sistema dei contatti tra i vari gruppi (blackberry, privo di microfono, con un sistema di messaggistica interno al gruppo), alle lamentele di Ciro Moccia nei confronti dell’atteggiamento troppo disinvolto di Giacomo Gala; ci sono, poi gli incontri con i pezzi grossi dei Polverino in una masseria del Casertano e le vicende, già note, che portarono poi alla fusione con i polveriniani di for ‘o truglio, oggetto di recente anche loro di un’ordinanza di custodia cautelare.

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