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Cronaca Nola

"Apparteniamo tutti alla stessa umanità": il vescovo di Nola e il documento pro-migranti

'Dalla paura dell’altro al coraggio della fraternità' è il documento del “Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale” della Diocesi di Nola. Il Vescovo  Francesco Marino: "Come cristiani e come cittadini non possiamo non interessarcene"

"Noi membri del gruppo Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) di Nola avvertiamo la necessità di avviare anche nella nostra Diocesi una riflessione sul fenomeno della migrazione che sembra caratterizzare il nostro tempo e pare sfuggire al controllo delle istituzioni nazionali e sovranazionali. Dai paesi più svantaggiati partono ogni giorno migliaia di persone e famiglie, in cerca di una vita migliore, lontano da guerre, persecuzioni, povertà. Le migrazioni in realtà esistono da quando esiste l'uomo; tuttavia sembrano generare inquietudine e rifiuto dello straniero, accentuati in particolar modo dal perdurare di una crisi economica e culturale dalla quale pare difficile trovare una via d'uscita. Ci preoccupa l'atteggiamento che tanti nostri connazionali assumono verso i migranti, trattati con indifferenza quando non con esplicita ostilità". 

"Sentiamo perciò nostro dovere richiamare tutti al valore della centralità della persona e della sua inalienabile dignità. Dietro i numeri, le statistiche, al di là delle ragioni che spingono alla migrazione o al di là degli Stati e delle culture di appartenenza, vi sono, infatti, persone: uomini, donne, bambini, che, come ciascuno di noi, hanno speranze, angosce, sogni, dolori e gioie. La centralità della persona e della sua dignità è il pilastro della nostra stessa civiltà: non "prima gli italiani" dunque, ma innanzitutto prima la persona. La solidarietà non può essere il lusso che solo alcuni già "al sicuro" possono permettersi, ma espressione della matura consapevolezza di appartenere tutti alla stessa umanità. L’oggettiva necessità che la politica dia un ordine al fenomeno migratorio non deve entrare in concorrenza con l'esigenza di dover corrispondere alla nostra vocazione umana e cristiana. Certo, non siamo ciechi di fronte alle difficoltà e alle sfide che l’accoglienza pone. Le differenze culturali e religiose, spesso amplificate dal conflitto sociale e politico, ci spaventano ma non possono convincerci che la chiusura e la paura siano le uniche risposte possibili e adeguate".

"Lo straniero, e l’altro in generale, non è un ostacolo né un invasore del mio spazio ma, innanzitutto, un fratello in umanità, la cui sofferenza viene prima del mio diritto. Da uomini e da credenti, ribadiamo che l’unica autentica risposta di fronte alla tentazione della paura e della chiusura sia una rinnovata apertura al futuro di Dio e dell’umanità, una generosa capacità di immaginazione per costruire insieme un mondo dal volto fraterno, casa ospitale in cui c’è posto per tutti". 


Si intitola Dalla paura dell’altro al coraggio della fraternità il documento del “Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale” (Meic) della Diocesi di Nola, scritto con l’obiettivo di avviare sul territorio "una riflessione sul fenomeno della migrazione che sembra caratterizzare il nostro tempo" dato ’atteggiamento che "tanti nostri connazionali assumono verso i migranti trattati con indifferenza quando non con esplicita ostilità". Da qui il richiamo centrale del testo "al valore della centralità della persona e della sua inalienabile dignità". 

«Quello delle migrazioni è uno dei grandi temi del presente e del futuro del mondo", ha dichiarato Francesco Marino, vescovo di Nola, appoggiando il documento, "e anche i nostri territori sono ormai coinvolti. Come cristiani e come cittadini non possiamo non interessarcene, provando a portare il nostro contributo costruttivo assieme a tutti gli uomini di buona volontà". 

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