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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Giugliano in campania

Smaltimento illecito di 250mila tonnellate di rifiuti: scattano gli arresti

I rifiuti provenivano da demolizioni di edifici di Napoli e della provincia. L'indagine è partita in seguito ad un esposto anonimo

Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e della Polizia Metropolitana di Napoli, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli - Ufficio GIP - su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, Procuratori Aggiunti, Dottori Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice, nell’ambito di una indagine che ha consentito di raccogliere gravi elementi di reità in ordine all’esistenza a Giugliano in Campania, Quarto e in altre aree limitrofe di un consolidato sistema, a cui hanno aderito a vario titolo imprenditori e professionisti, dedito alla commissione di una pluralità di reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Ciò avveniva attraverso falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi che hanno portato allo smaltimento illecito nella cava San Severino e la cava Neos di Giugliano in Campania di oltre 250.000 tonnellate di rifiuti, così da garantire un ingiusto profitto di alcuni milioni di euro derivante dal non sopportare i costi dovuti per lo smaltimento dei rifiuti presso i siti autorizzati. Attualmente sono 39 le persone indagate, 14 sono ai domiciliari, 4 hanno l’obbligo di dimora.

IL VIDEO DELL'OPERAZIONE

L'indagine è partita dalle verifiche effettuale dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Caserta in seguito ad un esposto anonimo su una illecita attività di raccolta, stoccaggio e commercio di inerti da demolizione conferiti presso la società San Severino Ricomposizioni ambientali srl. Le verifiche - svolte congiuntamente dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente e dal personale della Polizia Metropolitana di Napoli - hanno permesso di stabilire come presso la cava venissero smaltiti i rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e della provincia di Napoli senza essere sottoposti ai previsti processi di separazione, vagliatura e macinazione mediante specifico impianto. Il tutto, tra l'altro, in una zona a rischio idraulico.

Analogo traffico di rifiuti è stato ricostruito presso la cava Neos. In questo caso, le indagini avrebbero accertato come gli indagati miscelassero i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzolana prodotta nella cava, rivendendone il miscuglio all'industria Moccia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. I controlli hanno stabilito come i mattoni, destinati all'edilizia civile, presentassero una particolare fragilità, circostanza peraltro emersa in maniera palese anche da alcune conversazioni telefoniche.

I traffici illeciti avrebbero riguardato anche i lavori di ripulitura dell'alveo del canale di via Cirill a Quarto, in cui gli indagati sono accusati di aver smaltito illecitamente i rifiuti speciali non pericolosi. Secondo le indagini del carabinieri del Noe, la gestione illegale dei rifiuti avveniva attraverso diverse condotte: dalla ricezione e miscelazione illecita dei materiali alla mancanza di macchinari idonei, dalle irregolarità sistematiche nella tenuta dei registri di carico e scarico alla mancanza di valide analisi e accertamenti chimici sui rifiuti.


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