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Cronaca

Sigarette di contrabbando al veleno: pesticidi, insetti e peli di topo

Nuovo mercato per i clan della malavita organizzata: la "falsificazione" delle sigarette prodotte con veleno per topi, uova di insetti, filamenti di metallo, plastica, piombo, escrementi e arsenico

Sigarette di contrabbando "al veleno": non sono solamente vendute illegalmente, ma anche "falsificate" e prodotte con materiali pericolosissimi. Si va dal veleno per topi, a uova di insetti, filamenti di metallo, pesticidi, coleotteri, plastica, piombo, escrementi, arsenico e chi più ne ha più ne metta. Insomma, tutta roba al cui confronto le componenti (già da sole dannose per l'organismo) delle sigarette prodotte legalmente sembrano veramente zuccherini.

A fare la scoperta sono stati i tecnici della British American Tobacco che hanno realizzato anche un dossier con tutte le informazioni su questo mercato dell'assurdo. A riportare la notizia è il Corriere del Mezzogiorno in un articolo di Gianluca Abate.

Il giornalista sottolinea anche come questo sia un business milionario per i clan della malavita organizzata e quanto sia in forte crescita il contrabbando, anche se non se ha ancora la reale percezione. Sigarette non più trafugate e contrabbandate, ma prodotte illegalmente e con materiali fatali, il tutto ovviamente con un notevole risparmio di energia e risorse economiche per la malavita che si arricchisce sempre di più.

In questo affare, spiega ancora Abate, sono coinvolti clan internazionali con scambi tra Italia (camorra, ndrangheta, sacra corona unita, mafia) e Cina, nazione in cui si produce il maggior numero di merce contraffatta, passando anche per Russia, Ucraina e Polonia.

Gli sbarchi italiani di queste sigarette contraffatte riguardano soprattutto il sud e Napoli non fa eccezione insieme a Salerno, Gioia Tauro, Bari, Brindisi e Taranto e porti siciliani. Ma le rotte non si limitano a quelle via mare, anche quelle via terra che passano per il nord europa sono largamente usate per questo tipo di business con partenze da Bielorussia, Moldavia e Ucraina per arrivare direttamente in Italia o fermandosi in Grecia o a Cipro dove poi la merce verrà imbarcata per arrivare nei porti pugliesi.

Lo sbarco in sicilia di sigarette cinesi ammonterebbe ad un totale di 20 milioni in soli sei mesi, destinate ad essere vendute, sempre su direttiva dei clan divisi nelle varie zone di controllo, su un mercato ormai diventato mondiale comprendendo anche gli USA.

Un mercato (tra contrabbando e contraffazione) tra i più redditizi, come ha commentato anche il PM antimafia Cesare Sirignano che ha spiegato l'importanza di investire in indagini molto approfondite.

Non mancano ovviamente conseguenze grosse nel sistema economico del nostro Paese (soprattutto del meridione) e sulla produzione di tabacco in foglie, calata moltissimo negli ultimi tempi.
A creare polemica, si legge ancora sul Corriere, si aggiunge la nuova direttiva europea in via di definizione che potrebbe prevere un cambiamento nella produzione del tabacco Burley (che al 93% è prodotto in Campania) che potrebbe destabilizzare i produttori, inoltre la nuova normativa potrebbe prevedere un pacchetto contenitore delle sigarette completamente bianco, riportante esclusivamente una foto choc che esprima il rischio derivante dal fumo. Quest'ultimo punto ha generato però forti discussioni perché un pacchetto di queste fatezze potrebbe essere ancora più facilmente contraffatto e quindi rendere più facile il mercato illegale.

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