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Cronaca Vomero / Via Belvedere, 145

Sgombero scuola Belvedere, le famiglie incontrano il cardinale Sepe

Nel colloquio l'arcivescovo si è impegnato a fare da mediatore in un tavolo con il Comune ed ha predisposto aiuti alimentari. "Ma nessuno dia la colpa di quanto accaduto alla Curia"

Le famiglie sgomberate dai locali della ex scuola Belvedere al Vomero hanno incontrato, nella sede della curia partenopea, l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. La richiesta di aiuto degli sgomberati ha trovato appoggio nelle parole del cardinale: Sepe si è infatti detto disponibile a fare da mediatore in un tavolo tra famiglie e Comune, e si è impegnato perché la Caritas predisponga aiuti alimentari e la Curia compili “un elenco degli edifici vuoti nella disponibilità dei vari ordini religiosi che possono essere utilizzati e destinati alle famiglie”.

I delegati dei 40 nuclei familiari, sgomberati lunedì 19 agosto e che da ieri hanno occupato i locali della ex Annona nel quartiere di Chiaia, hanno inoltre chiesto all'arcivescovo di Napoli di intervenire per far ritirare le denunce a carico di tutti gli occupanti, e per far in modo che possano entrare a recuperare i propri effetti personali rimasti all'interno del palazzo, di proprietà delle suore del Buon Pastore.

Nel corso del colloquio durato oltre un'ora, gli sgomberati hanno raccontato al cardinale Sepe le modalità in cui si è svolto lo sgombero e la loro rabbia per l'azione delle suore: “Non è possibile – ha spiegato Alfonso Laudati, portavoce della delegazione – che chi ha deciso di essere persona di Dio e abbia nella propria disponibilità un immobile inutilizzato, decida di mettere per strada intere famiglie tra cui bambini e anziani. Oggi è arrivato il momento in cui chi ha deve metterlo a disposizione chi ha bisogno”.

Crescenzio Sepe ha così risposto alle accuse mosse alla Curia: “Non permetto a nessuno di pensare che la responsabilità di quanto accaduto sia della Curia di Napoli”. Una replica diretta anche e soprattutto a “qualche rappresentante delle istituzioni che – ha spiegato il cardinale – ha detto che siamo proprietari di mezza Napoli e parla o perché non sa le cose o per strumentalizzare la situazione”.

“La Curia non ha alcun titolo o ruolo rispetto all'immobile di via Belvedere. L'immobile – ha aggiunto il cardinale – è di proprietà esclusiva della Congregazione delle suore del Buon Pastore che posseggono e gestiscono il proprio in piena autonomia”. “Sono le istituzioni preposte – ha concluso l'arcivescovo di Napoli – a dover affrontare e trovare soluzioni a problemi di natura sociale della popolazione, problemi di cui hanno il dovere morale e civile di occuparsi, ed in cui la Chiesa non può supplire”.

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