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Cronaca

Sfratti, proteste nel centro di Napoli contro il decreto Salvini

Nel pomeriggio il corteo dalla Regione alla Prefettura

Manifestazione di protesta nel pomeriggio di oggi nel centro di Napoli, nella giornata mondiale contro gli sfratti, contro il decreto Salvini.

Ad aderire alla mobilitazione, tra gli altri, il Movimento di lotta disoccupati "7 novembre", Iskra, SI Cobas, Magnammece 'o pesone, Comitato Vele Scampia, Asia - Usb, che si sono ritrovati sotto la sede della Regione Campania a Santa Lucia per poi muoversi in corteo fino a Piazza Plebiscito, nei pressi della Prefettura di Napoli.

"Il 10 ottobre è la giornata nazionale in cui i movimenti per il diritto all'abitare hanno deciso di mobilitarsi. Nel mirino c'è la circolare del Viminale che svincolando gli sgomberi dalle soluzioni altenative preventive facilita le operazioni di polizia negli immobili occupati. Sui temi del reddito, della precarietà, della disoccupazione, del diritto alla casa, del ritiro della legge Fornero e del JobsAct e quindi in generale sui temi della povertà e del lavoro chi ha vinto le elezioni il 4 marzo ha fatto le proprie fortune - dopo decenni di governi che hanno portato avanti solo politiche di austerità, sfruttamento e smantellamento dello Stato "sociale". Questi temi sono sempre più offuscati e nascosti dal bombardamento mediatico contro gli immigrati, distraendo pericolosamente l'attenzione e facendo credere ai più che la lotta contro l'Europa (questa Unione Europea dei capitalisti) si fa giocando al braccio di ferro abbaiando contro una nave di disperati. Come se fossero questi la causa delle condizioni di vita e di lavoro alle quali siamo ridotti e senza dire una parola sull'escalation alla guerra ed alle spese militari. Per noi la "sicurezza" è un tetto sotto cui campare, un salario e reddito con cui vivere, città vivibili e quartieri non devastati dall'inquinamento e dalle camorre in giacca e cravatta. In tutto il paese aumentano l'esercito di disoccupati e di poveri, oltre 5 milioni che sono al di sotto della soglia di povertà mentre continuano licenziamenti e disoccupati, ricatti e morti sul lavoro, precarietà e sfruttamento. E chi si ammazza tutti i giorni per andare a lavorare non riesce ad arrivare alla fine del mese. Siamo i primi che viviamo la condizione di sfruttamento e di povertà per cui conosciamo molto bene che anche qualche centinaia di euro per molti di noi è un piccolo sollievo che dopo anni di maltolti risulta essere "almeno qualcosa". Ma in attesa di un reddito di cittadinanza che a quanto pare sarà ben altra cosa - per forma e sostanza - e comunque molto distante dalle promesse elettorali, il governo approva un pacchetto sicurezza (quello di Salvini) che 'criminalizza' i poveri ed aumenta la repressione, aumentando pene fino a 12 anni anche per un blocco stradale. Sappiamo bene che i nostri interessi ed i nostri bisogni non hanno nulla a che vedere né con chi propone un capitalismo globale, che in questi decenni ha massacrato le nostre condizioni di vita e di lavoro, né chi ci propone il ritorno al nazionalismo. Questa mobilitazione è finalizzata a costruire un fronte unico degli sfruttati, in connessione con le mobilitazioni e gli scioperi dei lavoratori, dalla logistica ai braccianti, con i movimenti per la difesa dei territori contro grandi opere e devastazione ambientale, con i coordinamenti contro la guerra e l'escalation militare, con i movimenti di lotta per la casa, con le donne ed il movimento contro la violenza e discriminazioni di genere che ci saranno in autunno. Per contrastare realmente la disoccupazione, l'emergenza abitativa, la precarietà, il supersfruttamento, le umiliazioni continue sui posti di lavoro, sarà bene confidare solo sulle nostre forze e sulla lotta unitaria e non delegare il nostro futuro o farci bastare qualche briciola", spiegano gli organizzatori della mobilitazione.

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