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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Meta

Costa Concordia, arresti domiciliari per il comandante Schettino

L'uomo è arrivato nella notte nella sua abitazione di Meta di Sorrento. Indagato per naufragio e omicidio colposo plurimo oltre che per abbandono della nave, rischia 15 anni di carcere

La decisione a sorpresa è arrivata ieri: il giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio ha concesso a Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia, gli arresti domiciliari. Il fermo non è stato convalidato e, nel cuore della notte, l'uomo è arrivato nella sua abitazione di Meta di Sorrento. "Non capisco il provvedimento del gip che da una parte non ritiene ci siano gli estremi per convalidare il fermo e dall'altra applica comunque una misura cautelare, seppur più gradata. Sono curioso di leggere le motivazioni e domani insieme agli altri colleghi ne prenderemo atto", ha commentato il procuratore di Grosseto Francesco Verusio.

Nel naufragio della nave da crociera avvenuto venerdi sera all'Isola del Giglio, ricordiamo, hanno perso la vita 11 persone e ci sono ancora molti dispersi.

Sempre ieri Schettino, indagato per naufragio e omicidio colposo plurimo oltre che per abbandono della nave, ha risposto a tutte le domande del gip durante l'udienza di convalida del fermo al Tribunale di Grosseto. Schettino ha dato la sua versione dei fatti, dicendo di aver salvato migliaia di persone. "Non ho abbandonato la nave. Dopo l'urto la Concordia ha avuto uno sbandamento di 90 gradi e non potevo risalire sopra".  Schettino rischia fino a 15 anni di carcere.

LA REAZIONE DEI CONCITTADINI - Molte le parole di biasimo contro Schettino dai suoi compaesani, ma anche un secco no al circo mediatico che si sta scatenando contro il comandante. Come si legge su La Repubblica c'è anche chi, innervosito dalla presenza dei giornalisti e dei fotografi, inveisce contro di loro: "Noi gente di mare non meritiamo tutto questo fango che ci sta piovendo addosso. Lasciate in pace lui e la sua famiglia".

L'INCHINO, USANZA DA SEMPRE ESISTITA - "Il famoso 'inchino' non è una manovra goliardica ed azzardata, come è stata definita, ma trattasi di una tradizione marinara sempre esistita e denominata in seguito 'rotta turistica'. Tale usanza è ampiamente sostenuta dagli armatori ai fini crocieristici e nota alle autorità marittime". Da Meta di Sorrento intervengono così sulla tragedia della nave Costa l'ex sindaco Carlo Sassi e Michele Miccio, presidente dell'associazione di mutuo soccorso tra capitani chiamata Casina dei Capitani. "Riteniamo indispensabile ricordare la preparazione e la qualità degli ufficiali della Marina mercantile formatisi in Penisola Sorrentina, un territorio che vanta una tradizione plurisecolare in campo marittimo. Non c'è infatti Società di navigazione, in particolare nel settore crocieristico, che non conosca, apprezzi ed utilizzi l'alta professionalità dei nostri Ufficiali di Coperta e di Macchina, ed è per questo motivo che invitiamo gli Organi di Stampa ad evitare la diffusione di notizie fantasiose, talvolta tese a screditare l'intera categoria, in attesa dell'accertamento della verità che avverrà solo con la decodificazione del VDR (scatola nera)". (aNSA)

Naufragio della Costa Concordia © Tm NewsInfophoto

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