Rifiuti tossici sotto Cava Difesa a Polvica di Roccarainola
La denuncia di 'Rifiutarsi': "La magistratura ha appurato che le acque del lago che si forma nella Cava sono inquinate da sostanze tossiche e fanno parte della stessa falda usata per irrigare i campi circostanti"
Torniamo a parlare della situazione di roghi e sversamenti abusivi di rifiuti tossici nel nolano, questa volta riportando la denuncia che ci arriva dagli attivisti di 'Rifiutarsi.it', una pagina web che si occupa di segnalare reati ambientili: grave e pericolosa la condizione di Cava Difesa a Polvica di Roccarainola a causa dei rifiuti tossici interrati in profondità, pericolo per le falde acquifere e quindi per le coltivazioni circostanti.
"Sono passate 3 settimane dall’incendio del deposito chimico di Polvica - scrivono gli attivisti (rintracciabili anche su facebook) e nessun comune si è degnato di rispondere alle nostre richieste e a quelle dei cittadini. È evidente che i sindaci di Nola, Tufino, Cicciano, Camposano e Comiziano stanno usando la classica tattica del “vuttamm a scurdà”. L’unico a rilasciare dichiarazioni è stato il sindaco di Roccarainola, Raffaele De Simone, il quale ha affermato che non ci sono rischi per la salute della popolazione. Pausa di riflessione: ne siamo proprio sicuri?
Non bisogna dimenticare che il deposito chimico andato a fuoco sorge, o meglio sorgeva, in un’area di Polvica denominata località Difesa. Località Difesa è una zona già nota alle cronache giudiziarie. Dagli anni ’80 e fino al 2000, per ben 20 anni (!!), in quest’area sono stati scaricati rifiuti tossici e industriali in una cava a fossa chiamata Cava Difesa. La suddetta cava si trova a 100 metri dal punto dove sorgeva il deposito chimico andato in fiamme il 26 aprile.
La cosa più imbarazzante è che su Cava Difesa esiste una sentenza definitiva della magistratura del 2008. Nella sentenza si parla di 500 mila metri cubi di solventi chimici, residui di fonderia, metalli pesanti e numerosi bidoni, che non si è riuscito a capire cosa contengano, presenti sul fondo della cava. Il problema è che l’avidità dei “soliti ignoti” li ha portati a scavare così in profondità da mettere in contatto il fondo della cava con la falda acquifera. Prova ne è un laghetto, dall’aspetto innocuo, che compare ogni anno verso maggio per poi riscomparire verso settembre-ottobre. Le indagini della magistratura hanno appurato che purtroppo non si tratta di un lago d’acqua piovana. Infatti, la superfice del lago è in costante movimento poiché in collegamento con la falda sotterranea. Inoltre, la stessa acqua di falda, intrisa di sostanze tossiche, è usata dai contadini per irrigare i campi a valle. Il comune di Roccarainola si era offerto di bonificare il sito già nel 2006 ma ad oggi non è stata intrapresa alcuna azione di risanamento della cava".
"Ora sapendo che i prodotti agricoli di Polvica hanno ormai assimilato le sostanze tossiche della nube del 26 aprile e che sono coltivati con acqua di falda inquinata, voi vi sentireste tranquilli nel portarli in tavola?" E' questo il drammatico interrogativo con il quale concludono la propria denuncia gli attivisti.