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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"In Campania il 12,2% considera la mafia solo letteratura": l'allarme di Libera

Presentato a Napoli il Rapporto “LiberaIdee, la ricerca sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione in Campania”. I dati

In Campania il 12,2 % considera la mafia solo letteratura. Questo l'allarmante dato che emerge dal Rapporto “LiberaIdee, la ricerca sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione in Campania”, presentato a Napoli da Libera Campania presso la sede dell'Ordine dei Giornalisti della Campania.

Una ricerca quantitativa, con oltre 10.000 questionari in tutta Italia, e una ricerca qualitativa, con oltre 100 interviste alle associazioni di categoria, per offrire una panoramica aggiornata rispetto alla presenza e alla percezione delle mafie e della corruzione nel nostro Paese.

Un Rapporto che mette insieme l’analisi quantitativa e l’analisi qualitativa e fornisce molti dati dai quali poter partire per ragionare su nuovi metodi capaci di generare cultura antimafia e cittadinanza attiva.

METODOLOGIA

La ricerca quantitativa in Campania  ha raccolto 616 questionari, pari al 6,0% del campione nazionale (10.343 questionari su tutto il territorio italiano). Il campione campano risulta congruente con quello nazionale in relazione alla suddivisione per genere dei rispondenti, con una leggera prevalenza delle donne (54,4% nel campione regionale, 57,7% nel campione nazionale), e all’età dei rispondenti, con le fasce under 18 e 18-25 anni particolarmente rappresentate. L’età media degli intervistati è di circa 29 anni. Coerentemente con il dato anagrafico, nella popolazione campana indagata vi è un elevato numero di studenti, oltre sei su dieci. 

LA RICERCA

Quando si chiede agli intervistati se ritengono le mafie un fenomeno del Sud, del resto d’Italia, Europeo, globale o di letteratura, il 59,4% indica come globale la presenza delle mafie. Rispetto al campione nazionale, quello campano si distingue per un’affermazione molto netta della mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso (61,5%). Molto ridotta invece la percentuale di coloro che considerano marginale il ruolo della mafia nel luogo di residenza; tra questi, vi sono soprattutto i rispondenti giovanissimi (meno di 18 anni) - rispetto al dato nazionale -20,2% - i quali tendono inoltre in misura superiore alla media a minimizzare la pericolosità sociale dei gruppi mafiosi. Certamente c’è tra i giovani campani, una percezione meno edulcorata del nord rispetto alla pericolosità della camorra (non incide quanto al nord la percezione generale nel rapporto tra giovani e fiction) però fa molto riflettere una discrasia così forte con i ragazzi del centro o del nord del Paese. Decresce anche la distinzione tra mafie e criminalità comune, percepita in Campania – più che in altre zone del Paese – come un’unica cosa.  

I TRAFFICI

Secondo i rispondenti, tra le attività principali della mafia in Campania vi sono il traffico di stupefacenti (70,8%), l’estorsione (40%) e lo smaltimento illecito dei rifiuti (27%), tutti segnalati nel territorio regionale in misura molto più rilevante rispetto al campione nazionale. Mentre un italiano su dieci indica il traffico dei rifiuti come corrispondente alle attività mafiose, in Campania è un cittadino su tre. Colpisce che l’indicazione degli omicidi tra le attività prevalenti dei gruppi mafiosi raggiunga in Campania un valore doppio (11%). rispetto al dato nazionale. Emergono inoltre alcune differenze per fascia anagrafica: l’usura preoccupa soprattutto gli adulti e coloro che hanno più di 65 anni, mentre giovani e giovanissimi si concentrano primariamente sul coinvolgimento dei gruppi mafiosi nel lavoro nero. Nell’opinione dei rispondenti –  la mafia toglie soprattutto sicurezza (42,0%), libertà (27,4%) e la giustizia (26,2%) . Tra i fattori sociali considerati rilevanti per l’adesione a gruppi mafiosi spiccano da un lato il ruolo della famiglia e del contesto di riferimento, dall’altro l’assenza di istituzioni e di una cultura diffusa della legalità e le difficoltà economiche e in ambito lavorativo. Guardando alle motivazioni individuali che spingono un individuo ad aderire alla mafia, prevale tra i rispondenti l’idea che l’affiliazione mafiosa sia legata alla possibilità di ottenere guadagni facili e quindi alla ricerca di prestigio e potere.  Tra i fattori sociali rilevanti per l’adesione alle mafie, i campani indicano: le difficoltà economiche (+4% rispetto ai dati nazionali), il ruolo delle famiglie (+1,9%), mentre decresce l’assenza delle istituzioni (-6,9%), anche se continua ad rappresentare 1/3 delle scelte complessive. In generale aumenta l’idea (+4,2%) che l’assenza di lavoro conduca ad una possibile affiliazione ai clan. Un’altra differenza importante rispetto al dato nazionale: mentre a livello nazionale le mafie tolgono libertà, giustizia e futuro, sul piano regionale sono un fenomeno che mette in pericolo la sicurezza. Aumenta anche la percezione su un’idea negativa delle mafie, come fattore che danneggia lavoro (+4,6%), ambiente (+6,5%), futuro (+5,7%).  

CORRUZIONE

La percezione della diffusione della corruzione in Campania risulta molto più ampia rispetto al campione nazionale (92,7% a fronte dal 73,4%). In particolare, oltre la metà dei rispondenti ritiene che la corruzione sia molto presente nel territorio regionale, mentre uno su tre la ritiene abbastanza diffusa. Alla radice della prospettiva disincantata sull’ampiezza del fenomeno si collocano spesso esperienze personali: quasi quattro rispondenti campani su dieci  degli intervistati da LiberaIdee ha incontrato in prima persona o tramite conoscenti richieste indebite di tangenti o altri favori. La conoscenza diretta è più diffusa nella fascia d'età compresa tra i 18 e 40 anni.  Ma un marcato smarrimento (o una comprensibile preoccupazione) nel valutare la propria capacità di identificare la natura illecita o irregolare delle altrui richieste affiora anche dalla percentuale non bassa  – pari al 18,2 %– di intervistati che “non sanno” se hanno ricevuto o meno simili richieste. E’ la sfera politica il principale bersaglio selettivo della sfiducia: il coinvolgimento nella corruzione viene considerato significativo nei confronti di membri del governo e del Parlamento (42,9%) e dei partiti(43,0%). A seguire quindi i funzionari pubblici – coloro che assegnano gli appalti e, più in generale, gli amministratori locali – e poi gli imprenditori. Il coinvolgimento della sfera politica, in particolare dei membri dei partiti, è posto in evidenza soprattutto dai giovani e giovanissimi. Il rilievo attribuito alla corruzione nella sfera economica e in ambito amministrativo tende invece a crescere all’aumentare dell’età. In Campania i motivi principali per cui gli episodi di corruzione non vengono denunciati per timore e sfiducia nel sistema. In particolare: chi potrebbe o dovrebbe denunciarla ha paura delle conseguenze – quasi oltre 64,3 % delle risposte e in seconda battuta, l’idea che la corruzione sia spesso ritenuta un fatto normale ( ben il 37,8%) – posizione sostenuta soprattutto dagli adulti. A seguire la paura che l’intero sistema sia corrotto, compresi coloro che dovrebbero raccogliere la segnalazione, e la rassegnazione determinata da una presunta inutilità della denuncia (opinione, quest’ultima, espressa soprattutto dai giovanissimi). Colpisce che le azioni ritenute più efficaci da intraprendere per combattere la corruzione si risolvano in atti individuali: denunciare (41,3%), rifiutarsi di pagare (22,7%), partecipare a manifestazioni di protesta  (22,4%%). Il dato che vede solo un 17% dichiarare che per contrastare la corruzione sia utile votare i politici onesti  è un segnale di sfiducia verso le istituzioni molto preoccupante. Da sottolineare che ben il 9% del campione abbia detto che le persone comuni non possono fare niente di significativo contro la corruzione. Questi risultati portano a una riflessione profonda su ciò che come associazione sia importante fare (il servizio LineaLibera) e su quanto le Istituzioni debbano interrogarsi sul proprio ruolo difensivo per chi ha un vissuto e non si sente tutelato rispetto al percorso di denuncia. 

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