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Cronaca

Arresto Pagano: fondamentali le intercettazioni telefoniche

In una conferenza stampa il capo della squadra mobile, Vittorio Pisani, ha spiegato come siano arrivati alla cattura di Cesare Pagano: fondamentali le intercettazioni telefoniche e ambientali

Sono stati resi noti i particolari delle indagini che hanno portato all'arresto di Cesare Pagano. Pagano, tra i 30 latitanti più ricercati, non ha mai perso la sua abitudine di leggere le prime edizioni dei quotidiani e, sapendo questo, la polizia ha tenuto d'occhio per mesi le edicole notturne di Napoli. Nonostante questo, quel che ha permesso di scoprire che il nascondiglio di Pagano era una villetta a Licola, sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali. Da queste, infatti, gli investigatori hanno capito che le persone deputate a mantenere i rapporti con lui erano i due generi. Lo ha spiegato in conferenza stampa il capo della squadra mobile, Vittorio Pisani. Una volta compreso ciò, i poliziotti si sono concentrati sulle abitudini e gli spostamenti dei due uomini, fino a scovare il capoclan.
L'irruzione nella villetta è avvenuta alle quattro e mezzo del mattino; le due sentinelle, che percorrevano continuamente il piccolo giardino da un capo all'altro, sono riuscite a dare l'allarme, ma a quel punto gli agenti avevano già bloccato l'unica via d'uscita. In casa, oltre al boss e al nipote Carmine, che è stato arrestato perché a sua volta latitante, c'erano la moglie di Cesare Pagano ed uno dei due generi, Mario Riccio. Secondo gli investigatori, il capo degli 'scissionisti' si nascondeva in quel covo dallo scorso marzo, quando sfuggì alla cattura a Quarto; per precauzione non usciva mai di casa. Fu proprio Pagano, ha sottolineato Pisani, a volere nel 2004 la separazione dal gruppo rimasto fedele a Paolo Di Lauro. Proprio questa decisione scatenò il violentissimo scontro per il controllo delle piazze di spaccio divenuto tristemente noto come 'faida di Scampia'. Il gruppo degli 'scissionisti' è tuttora molto potente ed oltre che sulla periferia a nord di Napoli estende il suo potere sui Comuni di Arzano, Melito, Casavatore e Mugnano. L'organizzazione è particolarmente abile nel riciclaggio dei proventi dello spaccio, che vengono impiegati soprattutto per l'acquisto di immobili all'estero.

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