Teatro, i “piccoli” fanno rete contro la crisi

Cinque teatri partenopei costituiscono la “Rete dei Piccoli teatri metropolitani”. Si tratta del Piccolo Bellini, del Teatro Area Nord (Tan), dell'Elicantropo, dello Start interno 5, e del Theatre de Poche.
Centralità dello spettatore, questa la parola d'ordine degli aderenti. “Siamo sempre più convinti che porre al centro delle nostre scelte lo spettatore, in quanto soggetto attivo, risulti oggi un forte elemento di identità e di innovazione - scrivono i promotori della Rete in una nota - I nostri teatri sono nati sulla scorta di alcune valutazioni, che hanno il bisogno di essere ribadite e che nascevano non certo dal carattere commerciale dell'impresa, ma si configuravano sia come servizio al territorio, sia come confronto sull'arte e sulla sua funzione sociale”.

L'idea è di produrre strategie comuni per rispondere alla crisi, questo attraverso “meccanismi che agevolino la preservazione e l'incremento delle presenze a teatro, attraverso il miglioramento dei servizi offerti allo spettatore”. Obiettivi da raggiungere mediate una maggiore interrelazione nel settore: pur non rinnegando l'autonomia artistica e gestionale dei singoli aderenti, la Rete si propone come gruppo di imprese radicate nel territorio e capaci di interrelazionarsi meglio tra loro e con le Istituzioni.

La Rete resta aperta: per farne parte i teatri devono avere una capienza massima di 200 posti, almeno 3 anni di attività pregressa, un cartellone prevalentemente composto da repertorio contemporaneo, stagioni con presenza di giovani compagnie e relazioni con le istituzioni locali. Tra le iniziative in cantiere il proporre al Comune di Napoli un progetto che riguardi i trasporti e gli impianti di comunicazione, creare agevolazioni per i giovani e le fasce più deboli e abbonamenti integrati.