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Caos Reddito, la rabbia di Napoli: "Meloni ci costringe alla fame"

Trecento tra ex percettori e attivisti in protesta nel centro città. Tensione con le forze dell'ordine quando il corteo si è fermato davanti alla sede di Fratelli d'Italia

Eì una rabbia composta ma determinata quella esplosa a Napoli nelle ultime 48 ore, da quando oltre 21mila famiglie hanno ricevuto un sms che comunicava loro la sospensione del Reddito di cittadinanza. La scelta del governo Meloni ha portato in strada centinaia di persone quest'oggi, nonostante il caldo. Ed è proprio il Governo, il principale bersaglio di cori e proteste, con particolare riferimento a Giorgia Meloni.

"La Meloni ci ha ridotti alla fame" sostengono manifestanti, che non hanno risparmiato alla premier anche parole più dure come "Il Reddito non c'è più, Meloni a testa in giù". Il corteo è partito da Porta Capuana, tra le tre e le quattrocento persone hanno sfilato prima in piazza Garibaldi per poi percorrere corso Umberto. Poco prima di piazza Nicola Amore, i manifestanti hanno incrociato gli agenti di polizia in assetto antisommossa a protezione della sede napoletana di Fratelli d'Italia. C'è stata tensione, ma tutto è tornato alla calma in pochi minuti. 

I percettori, ormai ex, hanno voluto esprimere la loro disperazione: "Io soffro di diverse patologie, non posso lavorare - afferma una donna - Eppure il lavoro l'ho cercato. Mi hanno offerto 15-20 euro a giornata, una miseria. Prima del Reddito vivevo grazie alla pensione dei miei genitori. Ora non potrò neanche pagare l'affitto. Il Comune e il Centro per l'impiego mi mandano avanti e indietro. Mi riceveranno il 6 settembre. e intanto io come mangio?". 

Carmela ha 59 anni ed è vedova: "Mio marito è morto di tumore e non ho avuto neanche la pensione di reversibilità. Il Reddito mi serviva per l'affitto e per un po' di spesa. La Meloni ci ha costretti alla fame. Come comprerò le medicine. E' giustizia questa? Avrebbe dovuto prima trovarci un lavoro e poi togliere il sussidio". 

Palo Maisto ricorda come a Napoli i percettori non siano mai stati contattati dai Centri per l'impiego: "Ho fatto un colloquio, le solite domande, poi nessuno si è fatto vivo. Ora, dopo quattro anni, sono più vecchio e comunque non ho un impiego con cui mantenere la mia famiglia. In questi anni in cui ho percepito il Reddito ho pulito volontariamente le strade. Noi non siamo tutti fannulloni come dice il Governo".

Quella di oggi è stata la prima vera manifestazione di protesta contro i provvedimenti dell'Esecutivo dopo l'antipasto del 31 luglio davanti all'Inps. Considerando che per l'accesso ai 350 euro del sostegno alla formazione siamo ancora in alto mare, è possibile che il malcontento esploda, con dimensioni diverse, in autunno, quando il Reddito di cittadinanza sarà sospeso ad altre migliaia di persone. 

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