Tredicenne pestato, le confessioni di uno degli aggressori: "Sono pentito, ricevo minacce"
Uno dei cinque aggressori viene descritto da amici e familiari come molto turbato dalla vicenda. Ha lasciato la città. Sui social la vittima di bullismo adesso è lui
È crollato il muro di omertà intorno alla vicenda di Fabio, il 13enne pestato a Mugnano. La ribalta ottenuta dal caso – grazie alle foto del ragazzino aggredito postate sui social da suo padre – ha spinto aggressori e loro amici a parlare, raccontarsi.
Uno dei cinque aggressori che hanno massacrato Fabio, anch'egli neanche 14enne, si dice - al Mattino - pentito. Non ha ancora parlato né con la sua vittima né con i genitori. Secondo chi lo conosce è rimasto molto provato dall'accaduto. È andato via, ospite di alcuni parenti che vivono fuori Napoli. Il paradosso è che è diventato egli stesso bersaglio di minacce e offese sui social.
Secondo il racconto dell'aggressore pentito, il “leader” dei cinque sarebbe rimasto infastidito da uno “sguardo di troppo” di Fabio. Offese, poi calci e pugni. L'aggressore pentito non avrebbe partecipato, ma assistito al pestaggio per poi allontanarsi. La famiglia dice che non è un bullo né un criminale in erba, soltanto un ragazzino che ha commesso un grave errore. I genitori passati la bufera vorrebbero incontrare quelli di Fabio e scusarsi. Intanto sono preoccupati per il figlio. Sui social qualcuno ha scritto di volerlo picchiare, rompergli la testa. Come in un circolo di bullismo senza fine.