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Cronaca San Ferdinando / Via Generale Giordano Orsini

Morte 15enne, Cafiero De Raho: "Arma dei Carabinieri istituzione nobile"

Il Procuratore Nazionale Antimafia: "Il nostro sguardo si deve posare oltre i fatti, a quello che è avvenuto successivamente, alla devastazione del Pronto Soccorso. Le istituzioni sono il nemico da abbattere per alcuni criminali"

Secondo il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho "la reazione del carabiniere rientra nell'ambito di un'offesa che si stava arrecando in quel momento: si tratterà di verificare se ci sono i presupposti per la scriminante della legittima difesa o se ci sia stato un eccesso di legittima difesa". Cafiero De Raho, intervistato durante Circo Massimo, su Radio Capital, ritiene "però che il nostro sguardo debba andare oltre, a quello che è avvenuto successivamente, alla devastazione del Pronto Soccorso, che è un avamposto in favore dei cittadini: intervenire in quel modo, in gruppo, con danneggiamenti e minacce, è certamente una manifestazione criminale. E purtroppo non sono espressioni isolate nel territorio napoletano. Come se le istituzioni siano diventate il nemico da abbattere. Forse è questo il profilo che va approfondito".

Quindicenne morto dopo una tentata rapina (foto Ansa)

Il Procuratore Nazionale Antimafia si sofferma anche sulla 'stesa' avvenuta, dopo la morte del giovane, nei pressi della Caserma Pastrengo: "Vogliono evidenziare uno scontro, una frattura fra quel gruppo armato e lo Stato. E si manifesta contro l'Arma dei carabinieri, una delle istituzioni più nobili e più vicine alla società. Queste manisfetazioni vanno guardate in un ambito più ampio, bisogna capire se sono espressioni di criminalità organizzata, di una camorra del luogo. Laddove ci si porta armati con forme di intimidazione così evidenti si torna agli elementi di quella fattispecie di associazione mafiosa, che si avvale della forza dell'intimidazione, che produce assoggettamento e omertà".

Infine l'analisi di Cafiero De Raho, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino: "Guardiamo questo ragazzino di 15 anni che va a fare la rapina: i genitori non intervengono per comprendere ma scagliano la loro ira verso le istituzioni. La mia mente torna al progetto Liberi di scegliere, ai provvedimenti dei tribunali per i minorenni, che intervengono dove la famiglia non è in grado di dare formazione, vicinanza, comprensione, i principi e i valori che una famiglia deve dare ai propri figli". 

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