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Omicidio Perinelli, via al processo. La madre: "Ai giudici chiedo giustizia"

Sono trascorsi esattamente sei mesi da quando, il 6 ottobre 2018, una coltellata al cuore uccise Raffaele Perinelli, un giovane 21enne di Scampia. Il 12 aprile si terrà l'udienza preliminare, alla sbarra ci sarà Alfredo Galasso, 31 anni, accusato di omicidio volontario. Lina Porzio, la madre di Lello, si appella ai giudici perché sia fatta giustizia: "Non cerco vendetta, nulla mi restituirà Raffaele. Ma voglio giustizia. L'assassino ha chiesto il rito abbreviato e l'accusa parla di omicidio volontario per futili motivi, senza premeditazione. Non vorrei che questo processo si trasformi in un nuovo dolore per noi. Io sono convinta che sia stato tutto premeditato. Credo che Alfredo Galasso abbia programmato tutto per una settimana". 

E' necessario andare per ordine. Otto giorni prima dell'assassinio, Lello Perinelli e Alfredo Galasso, membri della stessa comitiva, sono stati protagonisti di una lite all'esterno di una discoteca di Coroglio. A cominciare sarebbe stato Galasso, con ripetute offese, provocazioni e schiaffi. Da qui, sarebbe nata una colluttazione. "Per tutta la settimana seguente - prosegue Lina - Alfredo ha detto agli amici che si sarebbe vendicato, che l'avrebbe ucciso. Ci sono testimoni che lo confermano. Quella sera del 6 ottobre lo ha aspettato a via Janfolla, perché sapeva che Lello sarebbe andato dal barbiere". 

In quei frangenti, come lui stesso ha ammesso, Galasso ha con se un coltello. "Quando è arrivato mio figlio, l'assassino lo ha provocato e offeso, aspettando la sua reazione. Appena Lello è sceso dal motorino e si è avvicinato, lo ha ucciso con un colpo diretto al cuore". Su questi elementi, il legale della famiglia punterà a far aggiungere la premeditazione come aggravante, oltre ai futili motivi. "Chi sbaglia paga. I giudici consentano a me e alle mie figlie di andare avanti" è il grido di Lina. 

Intanto, il quartiere non dimentica Raffaele Perinelli. Domenica 7 aprile, alle 16, sui campi dell'Arci Scampia, ci sarà una partita di calcio in sua memoria. "Lello ha dedicato la sua vita al calcio - conclude la madre - Anche dopo che ha cominciato a lavorare con me nella ditta di pulizie, utilizzava il tempo libero per il calcio. Lello era così, un ragazzo felice. La sua vita era già piena. Ora, non c'è più". 

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