rotate-mobile
Cronaca

Minacce a Saviano e Capacchione, la sentenza: boss assolti, avvocato condannato

Assolti i boss Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine, mentre è stato condannato l'avvocato che li difendeva nel processo Spartacus, Michele Santonastaso, ad un anno di reclusione con pena sospesa

È arrivata la tanto attesa sentenza del processo che vedeva imputati i boss dei casalesi Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine, con gli avvocati Michele Santonastaso e Carmine D'Aniello, per le minacce ai danni dello scrittore Roberto Saviano e della giornalista (poi senatrice Pd) Rosaria Capacchione. Mentre entrambi i boss sono stati assolti (per Iovine, diventato da poco collaboratore di giustizia, il pm nell'ultima udienza aveva chiesto l'assoluzione), e con loro D'Aniello, l'avvocato Santonastaso è stato condannato ad un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena per minacce aggravate da finalità mafiosa.

Bidognetti ed il boss pentito sono stati assolti con la formula "per non aver commesso il fatto". Anche ai due era contestata anche l'aggravante della finalità mafiosa. In aula erano presenti, fin da stamane, la stessa Capacchione e Saviano, il quale aveva postato sui social network immagini del suo ritorno “blindato” a Napoli.

L'avvocato giudicato colpevole dovrà risarcire i danni allo scrittore, alla giornalista e all'Ordine dei giornalisti della Campania, costituitisi parte civile al processo. Stabilita anche una provvisionale di 20mila euro alla Capacchione.

Ma cosa accadde quel 13 marzo 2008 al centro del procedimento conclusosi oggi? Si teneva un'udienza del processo denominato “Spartacus”, il coronamento di una delle più imponenti indagini sulla camorra (e sui casalesi in particolare) mai realizzate. Gli imputati erano 31, tra loro Michele Zagaria, Antonio Iovine, Francesco Bidognetti e Francesco “Sandokan” Schiavone.

Quel giorno l’avvocato Michele Santonastaso lesse un documento, firmato dai due boss, che faceva appello alla legge Cirami perché il processo per “legittima suspicione” venisse trasferito altrove. All'interno del testo, alcuni stralci riguardavano la Capacchione, Saviano, così come i magistrati Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho.

In particolare, l'autore di Gomorra per i boss aveva “tentato di condizionare l’attività dei giudici”. “Il nostro è solo un invito rivolto al signor Saviano e ad altri come lui a fare bene il proprio lavoro e a non essere la penna di chi è mosso da fini ben diversi da quello di eliminare la criminalità organizzata”.
Comunque soddisfatto lo scrittore: "Non sono imbattibili, non sono invincibili, e la sentenza lo dimostra", ha commentato a caldo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Minacce a Saviano e Capacchione, la sentenza: boss assolti, avvocato condannato

NapoliToday è in caricamento