Processo al clan: associazioni ed enti ci mettono la faccia
A breve un processo a carico di alcuni esponenti del clan camorristico Beneduce-Longobardi. Associazioni ed enti chiamati si costituiscono parte civile. Si spera nell'adesione di comune e provincia
E' imminente, nei prossimi giorni, un importante procedimento penale a carico di uomini del clan Beneduce-Longobardi. Cinque gli imputati che verranno ascoltati dai giudici. È il primo processo dopo il maxiblitz fatto tra Monterusciello e Toiano che vide ben 82 ordini di custodia cautelare in carcere per gli affiliati alla malavita puteolana. Da settembre 2004 c’è un alternarsi di galere, domiciliari e latitanze, che portavano gli affiliati a pianificare le attività illecite. Un’indagine che riguarda tutti gli episodi criminosi avvenuti tra il 2004 e il 2009 e che completa le attività iniziate subito dopo il maxiblitz del 2003 al mercato ittico di Pozzuoli.
“Operazione Penelope”, il nome dell’ultima indagine, coordinata dalla Dda, nella quale compaiono i nomi anche di alcuni degli imputati che verranno ascoltati nel processo. I cinque imputati, infatti, saranno ascoltati dai giudici per reati come l’estorsione, sempre legati al clan camorristico. Un ulteriore “processo alla camorra” che va ad aggiungersi a quelli che verranno eseguiti proprio per l’operazione “Penelope”, per la quale ancora devono essere avviati i primi processi penali. Parte, quindi, un percorso nel quale associazioni e amministratori hanno deciso di metterci la faccia. È il caso dell’associazione nazionale Sos Impresa, che si costituirà parte civile già a partire dall’udienza di lunedì prossimo.
«La nostra associazione – afferma il coordinatore nazionale, Luigi Cuomo – combatte la criminalità organizzata ed è per questo che ci siamo costituiti come parte civile». A “fare compagnia” l’associazione nazionale Sos Impresa, sarà anche il Comune di Bacoli, con il quale l’associazione già si è vista più volte. «Sono pochissimi i casi di costituzioni di parte civile di enti locali – ha affermato Luigi Cuomo - Ovviamente noi ci auguriamo e auspichiamo che diventi una consuetudine quella che vede le amministrazioni locali costituirsi parte civile contro la parte criminale della società, perché costituendosi parte civile rappresentano i legittimi interessi di tutta la parte sana della città».
Se l’appello di Cuomo dovesse riuscire è molto probabile che anche Comune di Pozzuoli, Provincia di Napoli e Regione Campania si costituiscano parte civile nel processo di lunedì. La parte civile, infatti, è “il soggetto danneggiato dal reato che intende far valere innanzi al giudice penale la propria domanda di risarcimento o di restituzione”. “Gli amici di Pozzuoli”, come fu etichettato tempo a dietro il clan Longobardi-Beneduce, in questo modo sconteranno le pene anche per tutti quelli che indirettamente (cittadini, enti, associazioni) hanno subito la pressione della criminalità organizzata sul territorio.