rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Processo al clan: associazioni ed enti ci mettono la faccia

A breve un processo a carico di alcuni esponenti del clan camorristico Beneduce-Longobardi. Associazioni ed enti chiamati si costituiscono parte civile. Si spera nell'adesione di comune e provincia

E' imminente, nei prossimi giorni, un importante procedimento penale a carico di uomini del clan Beneduce-Longobardi. Cinque gli imputati che verranno ascoltati dai giudici. È il primo processo dopo il maxiblitz fatto tra Monterusciello e Toiano che vide ben 82 ordini di custodia cautelare in carcere per gli affiliati alla malavita puteolana. Da settembre 2004 c’è un alternarsi di galere, domiciliari e latitanze, che portavano gli affiliati a pianificare le attività illecite. Un’indagine che riguarda tutti gli episodi criminosi avvenuti tra il 2004 e il 2009 e che completa le attività iniziate subito dopo il maxiblitz del 2003 al mercato ittico di Pozzuoli.

“Operazione Penelope”, il nome dell’ultima indagine, coordinata dalla Dda, nella quale compaiono i nomi anche di alcuni degli imputati che verranno ascoltati nel processo. I cinque imputati, infatti, saranno ascoltati dai giudici per reati come l’estorsione, sempre legati al clan camorristico. Un ulteriore “processo alla camorra” che va ad aggiungersi a quelli che verranno eseguiti proprio per l’operazione “Penelope”, per la quale ancora devono essere avviati i primi processi penali. Parte, quindi, un percorso nel quale associazioni e amministratori hanno deciso di metterci la faccia. È il caso dell’associazione nazionale Sos Impresa, che si costituirà parte civile già a partire dall’udienza di lunedì prossimo.

«La nostra associazione – afferma il coordinatore nazionale, Luigi Cuomo – combatte la criminalità organizzata ed è per questo che ci siamo costituiti come parte civile». A “fare compagnia” l’associazione nazionale Sos Impresa, sarà anche il Comune di Bacoli, con il quale l’associazione già si è vista più volte. «Sono pochissimi i casi di costituzioni di parte civile di enti locali – ha affermato Luigi Cuomo - Ovviamente noi ci auguriamo e auspichiamo che diventi una consuetudine quella che vede le amministrazioni locali costituirsi parte civile contro la parte criminale della società, perché costituendosi parte civile rappresentano i legittimi interessi di tutta la parte sana della città».

Se l’appello di Cuomo dovesse riuscire è molto probabile che anche Comune di Pozzuoli, Provincia di Napoli e Regione Campania si costituiscano parte civile nel processo di lunedì. La parte civile, infatti, è “il soggetto danneggiato dal reato che intende far valere innanzi al giudice penale la propria domanda di risarcimento o di restituzione”. “Gli amici di Pozzuoli”, come fu etichettato tempo a dietro il clan Longobardi-Beneduce, in questo modo sconteranno le pene anche per tutti quelli che indirettamente (cittadini, enti, associazioni) hanno subito la pressione della criminalità organizzata sul territorio.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Processo al clan: associazioni ed enti ci mettono la faccia

NapoliToday è in caricamento