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Cronaca Pozzuoli

Strage Monteforte, gli imputati della Motorizzazione al contrattacco: "Colpa del viadotto"

Il loro legale ha riportato al centro del dibattito la presunta mancata manutenzione delle barriere di protezione lungo l'autostrada

Prosegue il processo per la strage di Monteforte Irpino, che vide la morte dei 40 occupanti del bus precipitato dal viadotto Acqualonga lungo l'A16 Napoli-Canosa.

Al centro del dibattito è tornata la presunta mancata manutenzione delle barriere di protezione lungo l'autostrada. A parlarne è stato l'avvocato Francesco Casillo, difensore di una dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli per la quale sono stati chiesti 9 anni.

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Secondo l'avvocato, il problema non fu la mancata revisione del bus (che la sua assistita ed il collega avrebbero secondo l'accusa falsamente attestato), quanto i problemi alle barriere lungo il viadotto.

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Secondo Casillo le precarie condizioni del bus erano già tali da impedirne la circolazione. "L'unica sanzione comminabile un veicolo che non può circolare è quella del fermo amministrativo", ha spiegato il legale.

Nelle precedenti udienze era emerso che il distacco del giunto cardanico, e una malfunzionante valvola di sicurezza dei freni, avevano reso ingovernabile il veicolo, poi precipitato nel vuoto. La successiva udienza si terrà il prossimo 16 novembre.

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