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Cronaca

Pizzo-free, gli imprenditori napoletani dicono no al racket

Già 329 esercenti aderenti, la lista è in continuo aggiornamento. L'obiettivo è promuovere un'economia della legalità e sensibilizzare il consumatore a premiare chi denuncia e non si piega. "Una scelta individuale e collettiva"

Nasce anche a Napoli l’associazione pizzo-free. Già 329 gli imprenditori partenopei aderenti al manifesto del consumo critico. E l’appello alla cittadinanza è di scegliere di spendere in quegli esercizi commerciali in cui ci si oppone al racket e alla camorra, a viso scoperto. A volere fortemente questa iniziativa, che si ispira a quella palermitano di “Addiopizzo”, sono state le dodici associazioni antiusura ed antiracket della nostra ragione insieme alla Federazione Italiana Antiracket che ha per presidente onorario Tano Grasso.

L’elenco completo delle attività commerciali aderenti è visibile ai consumatori ed è in continuo aggiornamento. Agli imprenditori che desiderano aderire alla coraggiosa e giusta iniziativa basterà inviare un fax, un’e-mail o una lettera al Coordinamento napoletano delle associazioni antiracket che esaminerà con cura ogni richiesta pervenuta.

Sul sito addiopizzo.org, oltre a visionare tutte le aziende pizzo-free, il consumatore interessato a far parte di questo nuovo sistema di acquisti che premia e incoraggia un’economia pulita e libera dal ricatto della malavita organizzata potrà anche trovare una “guida al consumo critico”, con spiegazioni approfondite sul sistema marcio del racket e dell’usura e il manifesto etico degli aderenti al pizzo-free, in cui si specifica, tra le altre cose, che l’obiettivo è principalmente quello di “partecipare attivamente alla costituzione di un mercato libero e responsabile, impermeabile a qualsiasi infiltrazione mafiosa e capace di sviluppare quella solidarietà sociale ed economica capace di attrarrei colleghi che volessero denunciare e dichiarare pubblicamente di non voler pagare”.

Insomma, quella che si vuole promuovere è una nuova economia della legalità in cui esercenti e consumatori siano liberi e consapevoli, in cui la scelta sia ispirata alla slogan “Paga chi non paga”. Un modo forte e coraggioso per dire basta all’indifferenza o peggio ancora all’omertà troppo spesso dilagante, perché per iniziare un ciclo virtuoso c’è bisogno dello sforzo e della volontà di tutti, soprattutto in una regione come la Campania, prima in classifica per quanto riguarda il rischio di usura (circa 30mila aziende colpite annualmente da usura e un giro d’affari illegali stimato in circa 2 miliardi di euro l’anno a fronte di sole 80 denunce per usura e 1100 per estorsione, come riporta il quotidiano il Mattino).

“Una scelta individuale e collettiva”, specifica il manifesto etico del pizzo-free, per aiutare e sostenere chi ha il coraggio di ribellarsi e spingere sempre più imprenditori verso questa strada, non permettendo che si sentano soli. Certo, si tratta di un percorso lungo ed impervio. Nessuno crede che basti questo a sconfiggere una piaga orrenda come il racket o l’usura, la lotta deve essere coadiuvata dall’alto, ma il messaggio che questo gruppo di coraggiosi imprenditori vuole diffondere è che comunque i cambiamenti dipendono anche da ognuno di noi, dalle scelte quotidiane e più critiche che giornalmente possiamo compiere con maggiore consapevolezza e meno superficialità.

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