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Cronaca

Scoperta la centrale del 'pezzotto', arresti in tutta Europa: c'erano 700mila clienti

Per gli inquirenti si tratta della "più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e responsabile della diffusione illegale via internet delle emittenti televisive a pagamento"

Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza stanno eseguendo, in queste ore, una vasta operazione nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale responsabile di quella che gli inquirenti hanno individuato come una "capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television)".

Una operazione che, fino ad ora, ha portato al sequestro e all'oscuramento della nota piattaforma informatica Xtream Codes con oltre 700 mila utenti online inibiti all'utilizzo di questo mezzo pirata. Sono, invece, sino ad ora 8 gli ordini europei di indagine nei confronti di una Associazione a delinquere a carattere trasnazionale emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli ai quali sono eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria con numerose perquisizioni per smantellare l'organizzazione e sequestrare i rilevanti proventi illeciti. 

"A Napoli va di moda il pezzotto"

Quella che per gli inquirenti è "la più rilevante organizzazione clandestina mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento come Sky, DAZN, Mediaset, Netflix, Infinity" è stata colpita grazie alle indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo e coordinate dal Procuratore Aggiunto, Vincenzo Piscitelli e dal sostituto procuratore Valeria Sico. Indagini che hanno consentito di individuare e disattivare la piattaforma internazionale di IPTV (Internet Protocol Television) più diffusa tra i pirati informatici. Oltre 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d'affari stimato in circa 60 milioni di euro annui; la piattaforma Xtream Codes, ideata da 2 cittadini greci, consente agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright. I membri dell' Organizzazione, ha consentito di stabilire l'indagine, predisponevano e gestivano all'estero spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.

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Una fitta rete commerciale, diffusa su tutto il territorio nazionale e con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia riceveva il segnale grazie a questa tecnologia acquisendo illegalmente interi pacchetti di contenuti per la successiva rivendita al cliente finale ad un prezzo di 12 euro circa consentendo di vedere tutti i principali palinsesti Tv con un unico abbonamento. Otto sono gli ordini europei di indagine emessi dalla Procura di Napoli che, tramite l'Agenzia Europea per il coordinamento investigativo e la cooperazione giudiziaria 'Eurojust', sono stati eseguiti simultaneamente questa mattina in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie con l'ausilio dei militari del Nucleo Speciale nei confronti di 3 aziende e 5 persone fisiche oltre al sequestro ed all'oscuramento della intera piattaforma Xtream Codes, di 80 siti internet e di 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi, erogati, al momento del sequestro, ad oltre 700.000 utenti online. 

Sono stati, invece, 25 gli obiettivi delle perquisizioni odierne sul territorio nazionale che, oltre a smantellare vere e proprie centrali adibite alla divulgazione abusiva del segnale ricevuto grazie alla piattaforma Xtream Codes mirano ad aggredire i proventi illecitamente conseguiti dall'organizzazione mediante il sequestro di 197 rapporti finanziari tra account paypal, postepay e conti corrente. Nei confronti dei responsabili dell' organizzazione si procede per Associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV con la circostanza aggravata del reato trasnazionale; nei confronti dei fruitori del servizio è prevista la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 Euro.

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