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Cronaca

Incubo parto naturale, record di cesarei in Campania

Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi di non superare, in ogni regione, il 15% di parti cesarei, in Campania si arriva addirittura al 59,5%

In Campania 6 donne su 10 partoriscono con il cesareo, quasi il doppio rispetto al resto d’Italia. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi di non superare, in ogni regione, il 15%, in Campania si arriva addirittura al 59,5%. I dati allarmanti, già noti da tempo, sono stati ripresi nello speciale di SkyTg24 sulle inefficienze della Sanità intitolato “Salute tradita”.

Cosa c’è dietro l’abuso di questa pratica? Il medico che opta per il cesareo ha meno rischi, meno imprevisti, ma anche un margine di guadagno superiore. Le strutture private convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale, infatti, ricevono un rimborso dalla Regione di 1882,80 euro per il cesareo, e di 1144,80 per il naturale. Il parto per via chirurgica, quindi, - senza troppi giri di parole - fa guadagnare di più le strutture convenzionate in termini di rimborsi. Sono anni oramai che la Campania detiene il primato dei tagli cesarei: quasi il doppio della media italiana (61% nel 2015 contro il 34%). Su 62 strutture regionali solo 6 sono sotto la media nazionale. Alcune cliniche vantano addirittura l’80-90% di parti cesarei (in Lombardia sono appena il 27%).

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Una consuetudine che si è consolidata nel tempo e che ha obbligato la Regione Campania ad intervenire inviando i suoi ispettori. “Ad alcune strutture, tre in particolare, - dichiara il Consigliere Sanità Regione Campania, Enrico Coscioni, ai microfoni di Skytg24 - è stato fatto presente che se non si mettevano rapidamente sugli stessi standard di incidenza percentuale dei tagli cesarei della media nazionale, rischiavano la sospensione dell’accreditamento”. “Per arginare il fenomeno - prosegue il consigliere - la Regione Campania ha messo in campo nuove linee guida che prevedono la diminuzione dei rimborsi economici alle strutture convenzionate che abusano del cesareo senza reali motivazioni”. Secondo i dati ancora parziali della Regione, i parti cesarei nel 2017 sarebbero scesi sotto al 40% con un beneficio economico ancora da quantificare. E’ paradossale che un’operazione chirurgica considerata dall’OMS e dall’Istituto Superiore della Sanità più rischiosa per la salute della donna, diventi per alcuni medici e strutture quasi uno sistema di medicina difensiva.

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