Padre e figlio uccisi in tabaccheria: è vendetta di camorra

Una vendetta, il duplice omicidio di ieri. Era il 7 maggio del 2016. In un'officina di Marano furono uccisi Filippo e Giuseppe Esposito, padre e figlio – entrambi meccanici – assassinati dalla camorra per vendetta a loro volta: poche settimane prima un loro parente stretto aveva preso parte alla strage delle Fontanelle alla Sanità, agguato in cui erano stati freddati il boss Giuseppe Vastarella e Salvatore Vigna.

Dopo un anno e dieci giorni, ieri, un nuovo duplice omicidio. Vincenzo e Emanuele Staterini, padre e figlio, sono stati uccisi in un bar-tabaccheria in via Campana, nel centro di Giugliano. Il killer, arrivato in motocicletta e con il volto coperto da un casco integrale, ha fatto fuoco tra la folla.
Erano parenti stretti di uno dei boss dei Vastarella, Patrizio, che aveva organizzato la vendetta trasversale nell'officina di Marano.

La pista che riconduceva ad una rapina finita nel sangue è tramontata presto. I colpi sono stati esplosi a distanza ravvicinata alla testa, un modus operandi tipico di una matrice camorristica.

Emanuele Staterini avrebbe compiuto 29 anni a dicembre. Aveva un precedente per rapina. Suo padre Vincenzo, 50 anni, nel 1999 fu arrestato (poi rilasciato) perché ritenuto uno degli esecutori materiali di un omicidio avvenuto nel rione Sanità contro un esponente dei Misso. Un anno dopo sarebbe stato arrestato per associazione camorristica e condannato. Scarcerato poco più di 10 anni fa, si trasferì a Giugliano con la famiglia. I killer lo hanno aspettato nei pressi della tabaccheria, conoscevano le sue abitudini.

La faida al rione Sanità oramai prosegue da oltre un anno. Sequino-Savarese, appoggiati dagli Spina-Esposito, contro Tolomelli-Vastarella. L'obiettivo è l'assoluto predomino nell'ingente giro d'affari dello spaccio di droga e del racket.