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Cronaca Torre annunziata

Omicidio Scarpa, gli agenti in aula

A dieci anni di distanza dall'omicidio del padre del boss dei Gallo-Cavalieri, c'è ancora da definire la posizione di Luigi Maresca

Si è scritto questa mattina l'ennesimo capitolo processuale relativo all'omicidio di Natale Scarpa, padre del boss del clan Gallo-Cavalieri, Vincenzo, ucciso a ferragosto del 2006 dinanzi allo stadio Giraud di Torre Annunziata. Ad oltre dieci anni di distanza, c'è ancora tanto da scoprire riguardo mandanti ed esecutori materiali del delitto voluto dal clan Gionta. Da definire al momento in primo grado c'è la posizione di Luigi Maresca, uno degli storici ras del clan dei “valentini”, ritenuto uno degli elementi del gruppo di fuoco. Dinanzi alla Corte d'Assise di Napoli hanno testimoniato gli agenti di polizia che effettuarono le indagini.

I poliziotti hanno confermato il possibile movente del delitto e il momento di altissima tensione tra i due clan che poi sfociò in una vera e propria guerra di camorra. Come spesso succedere per tutte le guerre, fu un pretesto a scatenarla. Durante il perido di Carnevale del 2006, Il figlio di Aldo Gionta, Valentino junior, allora 14enne, lanciò un uovo marcio addosso a Natale Scarpa che lo colpì con uno schiaffo. Una risposta che venne giudicata come un affronto da parte del clan di Palazzo Fienga che decise di uccidere il 73enne padre del boss avverso Vincenzo “caramella”. Tutto confermato dagli investigatori chiamati a testimoniare in aula per l'ennesima volta. Non si tratta, infatti, del primo procedimento relativo a questo omicidio.

In un primo momento venne emesse una prima ordinanza di custodia cautelare poi annullata ai danni del presunto gruppo di fuoco. Poi finì a giudizio Pasquale Gionta come mandante del delitto. Condannato in primo grado, venne assolto in appello, uscendo di scena dal procedimento. Per quanto riguarda i mandanti è stato accusato anche il fratello maggiore Aldo, assolto però in primo grado ma contro cui l'Antimafia ha presentato appello. Per quanto riguarda gli esecutori materiali sono stati condannati all'ergastolo Giuseppe Coppola e Francesco Amoruso, deceduto successivamente in al 41bis. Otto anni vennero inflitti anche ai pentiti Aniello Nasto e Vincenzo Saurro mentre venne assolto un killer storico della cosca Giovanni Iapicca condannato all'ergastolo invece per il duplice omicidio De Angelis-Genovese.   

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