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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Detenuto trovato senza vita in carcere, cresce l'ipotesi omicidio

Tensioni a Poggioreale. Indetta dai sindacati una conferenza stampa l'8 gennaio davanti al carcere

Il ritrovamento in carcere del corpo di un detenuto 32enne, ormai senza vita, sta creando forte agitazione a Poggioreale. L'uomo, originario di Secondigliano, si trovava recluso nel reparto Napoli al piano terra quando ha perso la vita. Sul suo corpo c'erano segni di violenza come accertato dal medico legale giunto sul posto per la perizia di rito. Possibile dunque che possa essersi trattato di omicidio. 

Cresce la preoccupazione in carcere

Per riaccendere i riflettori sul sistema penitenziario ed illustrare le iniziative ancora più urgenti e necessarie per gli istituti campani ed italiani dopo la morte del 32enne, è in programma lunedì 8 gennaio una conferenza stampa davanti al carcere di Poggioreale. Il commento di Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato della Polizia penitenziaria, Spp: "Il nuovo anno è cominciato nel peggiore dei modi – evidenzia Di Giacomo - al detenuto morto a Poggioreale – non vorremmo si trattasse di omicidio dopo gli altri tre avvenuti nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno – si aggiungano la rivolta nel carcere di Agrigento del 2 gennaio, e quella più recente di Santa Maria Capua Vetere dove si sono ripetute le scene di violenze e disordini già viste in altre numerose cosiddette mini-rivolte. L’Amministrazione Penitenziaria dimostra tutta la sua incapacità e la politica non è in grado di reagire, accrescendo i sentimenti di delusione per le aspettative innescate con il nuovo governo e la frustrazione del personale. Sembrava che il decreto sicurezza, in particolare con l’introduzione di un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose, avesse potuto dare una prima inversione di tendenza. Invece – aggiunge Di Giacomo – l’Amministrazione Penitenziaria somiglia al gambero che fa un passo avanti e subito dopo due indietro. Le numerose mini-rivolte avvenute durante tutto il 2023 come le aggressioni quasi quotidiane agli agenti sono, purtroppo, sono la riprova che c’è più di un disegno della criminalità organizzata e dei detenuti più violenti, che contano sull’impunità per i reati commessi in carcere e che non hanno più nulla da perdere se non il trasferimento in un altro carcere. Si punta – dice Di Giacomo – alla prova di forza contro lo Stato mentre l’Amministrazione Penitenziaria evidenzia tutta la sua incapacità mandando allo sbaraglio gli agenti penitenziari. Non è più tollerabile uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la vita dei detenuti e la sicurezza dei suoi dipendenti (il personale penitenziario), testimoniando di aver rinunciato ai suoi doveri civici e di legalità. Lo ribadiremo in conferenza stampa: ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare subito, a cominciare dall’avvicendamento del sottosegretario Del Mastro con delega alla polizia penitenziaria.

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