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Cronaca

La camorra uccide meno: i dati di uno studio sul crimine organizzato

L'ottanta percento di vittime in meno dal 1992 al 2012, con un tasso di morti per mano della malavita che a Napoli continua a scendere

Uno studio dell'Onu sugli omicidi nel mondo, fa emergere dei dati sorprendenti sul meridione: la camorra, così come la mafia, uccidono meno che in passato. Come riportato dalla testata statunitense Quarz, dal 1992 al 2012 in Italia i morti per mano della malavita organizzata sono calati in modo drastico: dell'80 percento.
Attenzione, il fenomeno certo non si è arrestato. Nel 2012, fonte Istat, tra Calabria, Campania, Puglia e Sicilia le varie mafie hanno ucciso 70 persone, il 10/15 percento del totale degli omicidi nell'intero Paese registratisi quell'anno.

Eppure, un calo dell'80 percento è troppo vistoso perché possa considerarsi un fenomeno casuale. Si pensi che soltanto nella provincia partenopea il numero è sceso drasticamente anche soltanto di recente, dai 39 del 2012 ai 27 del 2013.

Che le mafie facciano meno uso dell'assassinio non vuol dire, ad ogni modo, che siano state sconfitte. Il Joint Research Centre on Transnational Crime delle università Cattolica del Sacro Cuore e di Trento, ha studiato un “indice della mafia” basato su alcuni indicatori diretti ed indiretti. Dall'analisi dei suoi risultati, comparati per zone con il tasso di morti mafiose, risulta che sì nei luoghi in cui si sono registrati molti omicidi di questo tipo la criminalità organizzata è estremamente presente, ma non il contrario. Esempi? A Napoli alto indice e alto numero di omicidi, a Palermo indice altrettanto alto, ma numero di omicidi invece drasticamente più basso.

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