Non ce l'ha fatta Giovanni Passeri, ennesimo militare vittima dell'uranio impoverito. Si è spento a 41 anni, nella sua Pompei, dopo una lunga lotta iniziata non molto dopo il suo ritorno dai Balcani.

"Sapevamo della sua malattia – spiegano gli amici – ma speravamo in un miracolo". Che non si è verificato. Giovanni è uno degli oltre 300 soldati italiani morti a causa della "sindrome dei Balcani", nome che già in sé è un falso, dato che si tratta non di una malattia ma di una probabile contaminazione per il metallo utilizzato nelle munizioni anticarro e in alcune corazze.

Giovanni lascia la moglie Annalisa e due figli, un maschio e una femmina. Tra i suoi familiari il dolore convive con la rabbia per quanto accaduto. "La chiamano operazioni di peacekeeping – scrive sul suo profilo Facebook lo zio del militare deceduto – che significa? Operazioni di pace? Quale pace? Se il bilancio per mantenere questa pace ha un prezzo più alto della guerra stessa?".

"Anche se lo Stato non ti aveva chiesto scusa, hai continuato a onorare la bandiera – prosegue lo zio – Da vero soldato. Sono orgoglioso di te. Come tu lo eri di me. Anche quando ti era rimasto un filo di voce hai parlato di me ai tuoi amici e commilitoni, poco prima di Natale. Ho dovuto appartarmi per nascondere i miei occhi umidi. Sei il mio nipote preferito, senza voler far torto ad altri. Giovanni resterai sempre nel mio cuore ed in quello di tua zia Patrizia".

"Riposa tra le braccia del tuo Gesù che hai amato e ricercato in ogni istante della tua vita – ha scritto invece don Sebastiano Bifulco, parroco della chiesa che Giovanni frequentava e suo grande amico – Dal cielo guardaci e prega per noi". Ai funerali, che si terranno a Scafati, ci sarà una folla di persone a salutarlo per l'ultima volta.