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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Selvaggia Lucarelli: "L'addio a Pino Daniele è una brutta sceneggiata napoletana "

"Pino Daniele avrebbe preteso rispetto e sobrietà. L'affetto è diventato arroganza, il desiderio legittimo di dare un ultimo saluto al cantante è diventato una pretesa di stabilirne le modalità", ha scritto la Lucarelli

Selvaggia Lucarelli punta l'indice contro le presunte manifestazioni eccessive, che si sarebbero registrate nelle varie celebrazioni della scomparsa di Pino Daniele.

In particolare, sulle pagine di Libero, nella sua "Stanza Selvaggia", la Lucarelli critica il teatrino trash che si sta mettendo in piedi per ricordare il musicista partenopeo e in particolare critica l'arroganza di chi avrebbe preteso che i funerali si svolgessero anche a Napoli e di chi ha pensato bene di scattarsi un selfie nella camera ardente.

Vuie sit’ pazz. Se potesse parlare oggi Pino Daniele direbbe questo, perché il teatrino trash che si sta mettendo in piedi dopo la sua morte è a dir poco vergognoso. E tutti, dai fan più esagitati alla parte della sua famiglia che è entrata in polemica con i figli del cantante, stanno contribuendo a questo scempio imbarazzante. Ognuno ha il diritto sacrosanto di lasciare questo mondo come desidera, di volere un funerale che gli somigli, di scegliere la terra che lo seppellirà, che a volte è quella che ha calpestato durante l’infanzia, come nel caso di Lucio Dalla, a volte è quella che l’ha adottato, come avverrà nel caso di Pino Daniele.

Era andato a vivere a Magliano, in uno di quei poderi nella Maremma in cui si arriva dopo tanti incroci, in aperta campagna, un posto in cui si perdono gli amici che vengono a trovarti e forse anche le ambulanze che devono salvarti la vita. Doveva averlo valutato, lui che aveva il cuore malato, che vivere laggiù, in caso di emergenza, non avrebbe reso semplici i soccorsi, ma non doveva importargli molto. Chissà, forse anche la sua morte è il prezzo pagato per la sua riservatezza. E il rispetto per questa sua riservatezza dovrebbe essere il più importante tributo che gli deve chi lo ha amato. Più dei concerti in piazza, più delle veglie, delle candele, dei cori, dei flash-mob.

Quello che è accaduto ieri fuori e dentro la camera ardente è osceno. I familiari sono stati costretti a interrompere le visite perché qualcuno ha pensato bene di fare un selfie con la salma. Del resto, «se gira il video di Mango che muore sul palco, perché non posso postare la foto col morto?» deve aver pensato l’eroe 2.0. Una decisione sacrosanta, quella dei familiari. Le persone fuori hanno cominciato a protestare rumorosamente, come se quello fosse l’Olimpico, non un luogo di dolore e morte. Come se ad appartenere ai fan fosse l’uomo nel suo privato, non quello pubblico, non le sue canzoni, le emozioni che ha regalato, l’eredità artistica che ha lasciato. L’arroganza della gente ha poi ha toccato il suo picco con l’arrivo di D’Alema, il quale ha superato il primo varco per accedere alla camera ardente, ma poi ha preferito andar via perché sommerso da fischi e urla becere. Stava entrando per dare l’ultimo saluto a un suo amico e gli è stato impedito perché qualcuno ha pensato bene di gridare alla casta. Una vergogna.

Come se non bastasse, ci si sono messi pure i fratelli del cantante. Carmine, Patrizia, Rosaria e Salvatore criticano la scelta dei figli e della moglie di Pino Daniele di celebrare i funerali a Roma e hanno annunciato che non andranno ai funerali romani al Divino Amore. Non bastano le ceneri al Maschio Angioino come promesso, no, esigono anche i funerali. E con loro nutriti gruppi di fan che si dichiarano delusi ai tg o che creano pagine Facebook «Vogliamo il funerale di Pino Daniele a Napoli» con decine di migliaia di like e post deliranti quali «le ceneri a Napoli sono una grossa apertura ma noi non ci arrendiamo», come se il volere di figli, moglie e certamente quello dello stesso Pino Daniele, dovessero piegarsi al capriccio dei fan. E alla fine per accontentarli oggi si terranno due messe funebri: una nella capitale e una a Napoli. Così l’affetto è diventato arroganza, il desiderio legittimo di dare un ultimo saluto al cantante è diventato pretesa di stabilirne le modalità. Pino, forse, desiderava andarsene come ha vissuto, questo dovrebbero ricordarsi i fan e i familiari che stanno trasformando la morte del fratello in una puntata de Il segreto. Desiderava affetto, calore, partecipazione. I colori migliori di Napoli, insomma. Ma desiderava anche rispetto e sobrietà.

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