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Cronaca San Pietro a Patierno / Calata Capodichino

Morte poliziotto, fermati gli altri due componenti della banda. Polemiche sulla comunità Rom

Intanto arrestati i primi due membri bloccati. A questi sono stati contestati i reati di omicidio volontario, lesioni personali dolose, tentativo di rapina aggravata e ricettazione

Sono stati rintracciati e fermati, in serata, gli altri due componenti della banda coinvolta nell'incidente in cui la scorsa notte a Capodichino ha perso la vita l'agente di polizia scelto Pasquale Apicella. Arrestati invece i due bloccati stamane, due uomini di 27 e 40 anni residenti nel campo nomadi di Giugliano. A questi sono stati contestati i reati di omicidio volontario, lesioni personali dolose, tentativo di rapina aggravata e ricettazione.

Apicella - 36 anni, sposato, padre di due figli - era partito all'inseguimento dell'auto dei ladri dopo aver tentato di sventare l'assalto ad un bancomat della banda. Le due auto hanno impattato però a Calata Capodichino. Il 36enne è morto sul colpo, un secondo poliziotto lì con lui è invece rimasto lievemente ferito.

La rabbia della comunità Rom: "Ira razzista"

"Ciò che sto leggendo sui responsabili di quanto accaduto la notte scorsa è dettato ancora una volta dall'ira razzista, fascista, nazista italiana contro il popolo rom. E non contro i ladri". È il durissimo commento di Marcello Zuinisi, legale rappresentante dell'associazione Nazione rom. "Massima la nostra vicinanza alla moglie, ai bambini, alla famiglia di questo signore morto lavorando - ha aggiunto Zuinisi - Vergogna al fascismo nazista razzista italiano che continua a perseguitare i rom da 80 anni. Chi stupra è stupratore, chi uccide è assassino, chi ruba è un ladro, indipendente dalla propria appartenenza etnica, dalla religione e dal credo politico. Lo dice anche l'articolo 3 della Costituzione Italiana. Esprimo dolore anche da parte dell'Unione Internazionale Romanì, organizzazione attiva per i diritti dei rom".

Sindacato polizia: "Campi rom sacche d'illegalità non è generalizzazione"

I campi nomadi, dopo la tragedia, sono finiti nell'occhio del ciclone. Massimo Converso, presidente dell'Opera nomadi, ha anch'egli condannato le generalizzazioni, scatenando però la reazione del sindacato Es Polizia attraverso il suo segretario Vincenzo Chianese. "Affermare che i campi nomadi siano sacche di illegalità in cui spesso si gode di una impunità di fatto non è affatto una generalizzazione - le sue parole - ma la semplice presa d'atto di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti. "Lungi da noi discriminare etnie, convinzioni politiche o fedi religiose, ma di far sì che lo Stato si riappropri di porzioni di territorio in cui l'illegalità la fa da padrona e di fatto sottratte alla sua sovranità".

La ricostruzione della tragedia

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