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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Morte della piccola Irene, chiesto il rinvio a giudizio per due medici

La piccola ebbe un trapianto di cuore nel maggio 2015. Ad ottobre i genitori la portarono al Monaldi per una febbre alta, ma venne dimessa: sarebbe morta da lì a pochi giorni

Due medici del Monaldi potrebbero essere processati per la morte della piccola Irene, la bambina che morì lo scorso anno per una crisi di rigetto del cuore che le era stato da pochi mesi trapiantato. Al termine delle indagini la procura ipotizza che un cardiochirurgo ed un cardiologo potrebbero aver avuto delle responsabilità nella tragedia, e ne ha chiesto il rinvio a giudizio sul quale dovrà ora pronunciarsi il gip.

I due medici visitarono Irene al suo arrivo al Monaldi, il 24 ottobre scorso. La piccola aveva febbre alta. Secondo l'accusa – data anche la situazione generale della bambina – avrebbero dovuto disporre il suo ricovero. "Omettendo un'accurata diagnosi dello stato clinico della paziente affetta da una grave patologia cardiaca e pregresso trapianto – scrivono gli inquirenti – che presentava al momento della visita uno stato febbrile e una frequenza cardiaca elevata, e omettendo il ricovero e il continuo monitoraggio della piccola, ne cagionavano il decesso che si verificava a causa di un arresto cardiaco determinato da un processo bronco pneumonico acuto in presenza di un rigetto di cuore trapiantato". La tesi dell'accusa è sostenuta dalla relazione di tre consulenti nominati dai pm in seguito alla denuncia dei familiari della bambina.

Quella di Irene fu una storia di solidarietà sfociata in tragedia. Malata di cuore, e con genitori giovanissimi ed in difficoltà economiche, la bimba di Scampia ricevette attestati di solidarietà e numerose donazioni perché potesse avere le cure necessarie. A maggio del 2015 l'intervento, poi ad ottobre dello stesso anno prima la crisi che la condusse al Monaldi, poi – una volta dimessa – la morte avvenuta il 30 ottobre per arresto cardiaco.

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