Giò, la donna-boss assassinata: seppellita a faccia in giù come “i traditori”
Emergono nuovi dettagli sul caso di Giovanna Arrivoli, barbaramente uccisa a Melito. La donna-boss venne rapita e torturata per due giorni, prima di essere giustiziata
Proseguono le indagini sulla morte di Giovanna “Giò” Arrivoli, la donna-boss che aspirava ad avere un ruolo importante tra i pusher di Melito ma che è stata barbaramente assassinata.
Secondo gli inquirenti Giò, alla quale il clan Amato-Pagano aveva affidato la gestione di un bar in via Lussemburgo, fu rapita nelle prime ore del pomeriggio del sei maggio, quindi interrogata e torturata nei due giorni successivi. Infine giustiziata, con due colpi alla testa e uno al cuore.
Il cadavere venne trasportato a bordo di un furgone rubato, quindi abbandonato in via Giulio Cesare dove gli assassini la seppellirono a faccia in giù. Una pratica che nel rituale camorristico indica il tradimento.
I carabinieri avevano arrestato uno dei presunti sepoltori, poi l'uomo è stato rimesso in libertà per mancanza di gravi indizi.