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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Morì a 3 anni per crisi respiratoria, ma c'è l'ombra di presunti abusi: si indaga

La piccola è deceduta per cause naturali, ma alcuni segni riscontrati hanno gettato il sospetto di presunte violenze sessuali. Indagini a tutto campo, ma non ci sono altri indizi che confermerebbero gli abusi: al vaglio degli inquirenti anche l'errore nella diagnosi delle lesioni

L'ombra degli abusi sessuali su una bimba di soli tre anni che qualche mese fa morì in seguito a una crisi respiratoria. Sul suo corpicino, i medici avrebbero riscontrato segni che potrebbero essere riconducibili a presunte violenze sessuali. Abusi che però non sono collegabili con il decesso della piccola, che sarebbe invece riconducibile a cause naturali.

A raccontare la vicenda è Dario Del Porto su Repubblica.it:

La Procura di Nola, che coordina l’inchiesta delegata alla squadra mobile, ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di violenza sessuale. Ma oltre al responso dei consulenti, non sono emersi altri indizi considerati in grado di sostenere la tesi degli abusi. Per questa ragione, il procuratore Paolo Mancuso e il pm Valentina Bifulco stanno valutando l’opportunità di disporre ulteriori accertamenti clinici allo scopo di riesaminare il responso dei primi approfondimenti ed eventualmente confermare o smentire la ricostruzione iniziale. Di sicuro, magistrati e poliziotti non lasceranno alcunché di intentato e faranno tutto quanto nelle loro possibilità per arrivare alla verità. Ecco i fatti così come ricostruiti fino ad oggi. È cominciato tutto circa due mesi fa, quando Carla (nome di fantasia, spiega del Porto) è stata accompagnata, in preda a una crisi respiratoria, presso il pronto soccorso di un ospedale napoletano.

Le condizioni della bambina sono apparse subito molto gravi e i tentativi di rianimarla non hanno sortito purtroppo alcun effetto. Il cuore ha smesso di battere poco dopo il ricovero, tra la disperazione dei familiari. Dai primi esami eseguiti dopo il decesso, sono emersi segni che hanno fatto balenare un terribile sospetto: quello che la piccola fosse rimasta vittima di abusi sessuali. Doverosamente, la Procura di Napoli ha disposto l’autopsia e ha trasmesso gli atti all’ufficio inquirente di Nola, nel cui circondario vive la famiglia della bambina. Così è partita l’inchiesta.

Un pool di esperti, nominato dai magistrati, ha condotto approfondite verifiche per fare chiarezza sulle cause della morte della piccola (rivelatesi di tipo naturale) e sulla natura delle lesioni riscontrate dai medici.

Al vaglio degli inquirenti, si legge ancora su Repubblica, visto anche il contesto familiare ed extrafamiliare, sano e sereno, che sembrerebbe smentire ogni ipotesi di abuso, anche la possibilità di un errore nella diagnosi delle lesioni:

Nulla, per intendersi, che possa essere paragonato ad altri recenti fatti di cronaca come quelli del Parco Verde di Caivano. Possibile allora che si sia trattato di un errore nella diagnosi delle lesioni, che potrebbero dunque avere origine diversa da quella configurata subito dopo la morte e poi confermata dall’autopsia? È anche questa un’ipotesi al vaglio degli inquirenti, che stanno leggendo e rileggendo gli atti della vicenda con un unico obiettivo: diradare le nebbie che avvolgono il caso e scoprire la verità su quanto accaduto a Carla.

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