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Cronaca

La città accoglie i profughi, don Cozzolino: “Scossi dal Papa e da quel piccolo Gesù sulla spiaggia”

Iniziano ad arrivare alla Caritas le prime richieste di poter accogliere rifugiati. Eppure il quadro normativo è particolarmente articolato. “Ma c'è anche un'altra Napoli”, spiega il prete

“Le frasi del Papa e la foto di quel piccolo Gesù morto sulla spiaggia hanno scosso le coscienze”. Don Enzo Cozzolino, direttore della Caritas Diocesana di Napoli, spiega così la reazione in città alla vicenda di Aylan e al messaggio di Papa Francesco: “Cominciano ad arrivare piccoli segnali, ci contatta qualcuno che offre un posto letto, qualcun altro tre posti, qualcuno dice che ha un piccolo appartamento libero da offrire”.

Napoli accoglie i migranti, quindi. “Siamo impegnati – spiega il prete – come sempre sugli sbarchi, per rifocillare e assistere questi fratelli che arrivano. La pressione in questo momento è enorme. Il lavoro è stato molto intenso per tutta l'estate: le nove mense estive sono rimaste aperte per tutto agosto e hanno distribuito mille pasti in più al giorno rispetto alla media. L'operazione si è chiusa da poco con la messa a San Tarcisio con duecento volontari”.

Le prime risposte in fatto di accoglienza arrivano quindi, ma il quadro normativo non è semplice. Se qualcuno si offre di accogliere un profugo, la Caritas deve mettere l'ospite in contatto con la prefettura per una serie di controlli.

Ma non c'è soltanto una Napoli dell'accoglienza. Da una parte c'è "un esercito silenzioso di volontari di tutte le parrocchie che si muove anche di notte, per portare da mangiare ai poveri. Tanti piccoli eroi”, spiega padre Cozzolino. Dall'altra ci sono persone disinteressate. "Dall'ultima indagine della Caritas – conclude il prete – emerge che il 41% dei napoletani ha disinteresse per il bene comune, un dato che deve essere tenuto presente anche dalle istituzioni e dalla scuola. Chi non fa il bene comune, in certi casi fa il male comune”.

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